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Alla morte di un proprio caro è importante capire quando conviene accettare o rinunciare all’eredità dal notaio
Non sempre chi muore lascia un patrimonio costituito da case, terreni o altri beni di valore: può accadere infatti purtroppo che si lascino soltanto debiti accumulati nel corso della vita
In questo caso decidere se accettare o meno l’eredità richiede un’attenta riflessione analizzando anche nel complesso tutto il patrimonio del defunto, grazie anche all’ausilio di un notaio che potrebbe agevolare e velocizzare la scelta, curando la dichiarazione di successione
In molti si chiedono se con la rinuncia dell’eredità si perda qualsiasi diritto derivante dalla successione
Esistono diritti che possono essere mantenuti? In che modo e in che misura? Analizziamolo insieme
Esistono dei diritti che spettano per legge a determinati soggetti anche nel caso in cui si decida di rinunciare all’eredità
Ma quali sono questi diritti?
Innanzitutto il coniuge anche se rinuncia all’eredità avrà il diritto di uso e abitazione sulla casa familiare anche se il coniuge defunto decida di lasciare la casa a lei intestata per testamento ad un’altra persona
Il motivo della scelta del legislatore risiede nel fatto di preservare, anche alla morte di uno dei coniugi il nucleo familiare
Quindi si può stare sereni che non si sarà cacciati di casa anche se si rinuncia all’eredità dal notaio
Un altro diritto che non si perde è quello alla pensione di reversibilità e al trattamento di fine rapporto (cosiddetto Tfr): anche in questo caso la legge ha voluto tutelare il legame della persona con alcuni parenti stretti anche dopo la morte
Decidere di rinunciare all’eredità potrebbe essere conveniente tutte le volte in cui il proprio caro defunto abbia accumulato nel corso della vita numerosi debiti
Infatti nel caso in cui si decidesse di accettare l’eredità dal notaio non solo si potrà essere proprietari dei beni in titolarità del defunto, ma bisognerà anche pagare in proporzione alla propria quota ereditaria i suoi debiti
Se questi ultimi sono molto elevati potrebbe essere non conveniente diventare eredi: si pensi al caso in cui il parente defunto abbia accumulato diverse cartelle esattoriali o debba finire di pagare un mutuo o ancora abbia dei debiti con il Fisco
Fare una scelta di questo tipo potrebbe essere una soluzione da tenere in considerazione per evitare di dover a che fare con i creditori
Nel momento in cui si decide di rinunciare all’eredità però potrebbero esservi anche degli svantaggi soprattutto se il proprio parente non aveva molti debiti e disponeva di un patrimonio importante
Rinunciare ad avere una casa in proprietà significherebbe rinunciare alla possibilità di avere un’altra entrata, se già si è proprietari di un’abitazione: la casa ricevuta in successione potrebbe essere un investimento immobiliare così come una garanzia per il futuro dei propri figli
Nel caso in cui si decide di rinunciare all’eredità non si perde la cosiddetta pensione di reversibilità
Ma che cos’è questo diritto? Chi non lo perde? Per rispondere a queste domande bisogna innanzitutto capire di cosa stiamo parlando
La pensione di reversibilità è un trattamento pensionistico riconosciuto in caso di morte del pensionato o dell’assicurato (pensione indiretta) in favore dei familiari superstiti
Molti si chiedono se la pensione di reversibilità possa essere sufficiente per continuare a condurre il medesimo stile di vita condotto prima della morte del proprio caro
Naturalmente ciò che bisogna sapere è che non è pari proprio alla stessa cifra percepita dal pensionato, ma è rappresentata da una quota percentuale della pensione
Coloro che hanno diritto alla pensione di reversibilità alla morte di un proprio caro sono dei soggetti che la legge individua in maniera specifica nel coniuge o unito civile, nel coniuge separato, nel coniuge divorziato che abbia diritto all’assegno divorzile e che non sia passato a nuove nozze
Il coniuge non è l’unico soggetto che ha diritto alla pensione di reversibilità
Infatti anche i figli sono contemplati in questa categoria in particolare se minorenni, inabili al lavoro, universitari o a carico della famiglia
Qualora la casa sia intestata al coniuge defunto o sia in comproprietà con il coniuge superstite, quest’ultimo può non avere preoccupazioni in quanto avrà diritto per legge al diritto di uso e abitazione della casa familiare
È un diritto che il legislatore ha voluto riconoscere al coniuge per lo stretto legame familiare e a prescindere dal fatto che sia intenzionato a rinunciare all’eredità della moglie ad esempio
Quindi il marito potrà serenamente rinunciare all’eredità per atto pubblico notarile e non partecipare quindi alla divisione ereditaria, ma avere la possibilità di continuare ad abitare e usare la casa familiare senza alcun impedimento da parte di nuovi proprietari della casa
Il diritto di uso e abitazione è riconosciuto anche nel caso in cui vi sia stata un’unione civile
Quindi in caso di morte di un dei due uniti civili se la casa era intestata al defunto o in comproprietà con l’altro unito civile, quello superstite potrà continuare ad abitare la casa e ad usarla
Prima di decidere di rinunciare all’eredità è quindi importante avere una consulenza notarile per comprendere quali siano i diritti che si mantengono e quali invece andranno persi
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