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L’acquisto di un locale commerciale come investimento o per un’attività in proprio può essere una scelta interessante, occorre però aver ben chiare le tasse da versare, le spese da sostenere e a cosa fare attenzione
Immaginiamo di volere acquistare come locale commerciale un bar o un negozio
Scartata l’ipotesi del semplice affitto, decidiamo di comprarlo, per affittarlo a nostra volta o per investire in un’attività in proprio
In primo luogo occorre porre attenzione allo stato del locale commerciale: è libero? È affittato? È sede di un’attività avviata? Intendiamo proseguire quella attività?
A seconda delle risposte a queste domande potremo calcolare le spese da sostenere
Se per esempio nel locale vi è un’attività avviata che noi rileveremo, il valore dell’acquisto non sarà unicamente il valore immobiliare, ma comprenderà anche una quota considerata valore di avviamento
Discorso diverso se, invece, il locale è libero, in quel caso il prezzo sarà fissato unicamente in base alle sue caratteristiche quali metratura, ubicazione, raggiungibilità, posizione rispetto al transito della clientela, vicinanza a mezzi pubblici o ad aree parcheggio, solo per fare alcuni esempi
Una volta stabilito il prezzo, occorre calcolare le tasse da versare che sono differenti a seconda del venditore
Se infatti il venditore è un privato o un “soggetto Iva” che abbia terminato lavori di costruzione o ristrutturazione da più di 5 anni, le imposte saranno: imposta di registro pari al 9% del valore dell’immobile a cui vanno aggiunte imposta catastale ed imposta ipotecaria pari a 50 euro ciascuna
Facciamo un esempio: vogliamo comprare dal sig
Rossi un locale commerciale dal valore di 200
000 euro: le tasse previste sono 9% di imposta di registro, è cioè 18
000 euro, a cui occorre aggiungere altri 100 euro per le imposte catastali e ipotecarie
Se invece il venditore non è un privato, ma un “soggetto IVA” che ha ristrutturato o costruito il locale commerciale che intendiamo acquistare da meno di 5 anni, le tasse previste sono differenti
Occorrerà versare il 22% di Iva sul valore dell’immobile ed aggiungere l’imposta di registro paria 200 euro
L’imposta ipotecaria è fissata al 3% del valore e l’imposta catastale all’1%
Il processo d’acquisto si conclude con il rogito: si tratta di un atto notarile attraverso cui la proprietà passa di mano
Diversamente dalle tasse che sono individuabili con una certa chiarezza, non è possibile definire con precisione l’onorario del Notaio perché, pur all’interno di determinati range relativi al valore del bene trasferito, i fattori che variano sono molti: la sede, l’urgenza dell’atto, le tariffe dei singoli studio
Per questo, non avendo già un notaio di fiducia è opportuno chiedere diversi preventivi, tenendo sempre presente che il prezzo non è che uno dei fattori che concorrono alla scelta del professionista a cui affidarsi
Il Notaio, oltre a redigere l’atto, compiere le verifiche sull’immobile e sulle identità e le volontà di acquirente e venditore, si occuperà anche della registrazione del Rogito e del versamento delle imposte (ad esclusione dell’Iva che viene regolata tra acquirente e compratore) all’Erario per conto del cliente
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