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Vediamo insieme che cos’è, come si calcola e chi deve pagare l’imposta di registro in ambito immobiliare
In primo luogo chiariamo che l’imposta di registro è una tassa che sia applica quando si intende trascrivere un atto in un pubblico registro
È applicata in modo proporzionale e dipende dai valori indicati all’interno dell’atto
L’imposta di registro in ambito immobiliare è dovuta nel caso in cui si acquisti un’abitazione da un privato
Se invece acquistiamo un’abitazione direttamente dal costruttore nei primi 5 anni dalla sua costruzione e/o ristrutturazione non pagheremo l’imposta di registro ma l’Iva
L’imposta di registro in ambito immobiliare si paga sia per l’acquisto di prima che di seconda casa, ma ha importi differenti, sia perché viene applicata in una percentuale diversa, sia perché è diverso il calcolo della base imponibile
Vediamo in che senso
Imposta di registro per la prima casa: in questo caso l’imposta è fissata al 2% del valore catastale
Che cosa significa? Il valore catastale è un valore nominale che si ottiene moltiplicando la rendita catastale dell’abitazione, rivalutata del 5%, per un coefficiente stabilito che, nel caso della prima casa, è 110
facciamo un esempio: la rendita catastale (indicata sulle schede catastali e dunque non soggettiva) di un’abitazione è 900 euro, la rivalutiamo del 5% e raggiungiamo la cifra di 945 euro, moltiplichiamo ora questa cifra per il coefficiente 110 ed otteniamo 103
950
Questo è il nostro valore catastale
Se stiamo acquistando una prima casa questa imposta sarà pari al 2%, il che significa che occorrerà versare 2
079 Euro
Imposta di registro per la seconda casa: è fissata al 9% del valore catastale che si calcola sempre partendo dalla rendita catastale rivalutata del 5%, ma moltiplicata per il un coefficiente di 120
Quindi, seguendo l’esempio di prima: rendita catastale rivalutata del 5% uguale a 945 euro , moltiplicandola per 120 si raggiunge quota 113
400 euro
Su questo valore catastale va calcolato il 9%
L’imposta di registro per la seconda casa sarà dunque di 10
206 euro
L’imposta di registro in ambito immobiliare si paga anche in caso di affitto
Tutti i contratti di locazione di beni immobili (abitazioni, fabbricati, terreni) devono essere registrati, a meno che non superino i 30 giorni complessivi in un anno
Anche in caso di affitto l’imposta di registro è proporzionale: in caso di fabbricati ad uso abitativo il suo valore è il 2% del canone annuo moltiplicato per ogni annualità
Nel caso di fondi rustici è pari al lo 0,50% dell’affitto moltiplicato per ciascun anno d’affitto
Facciamo un esempio: stiamo affittando per 4 anni un’abitazione con canone annuo a 8
000 euro, l’ imposta di registro sarà pari a 160 euro per ciascun anno previsto dal contratto, cioè in totale 640 euro
Se affittiamo un fondo rustico a 3
000 euro per 10 anni l’imposta di registro sarà pari a 3
000x0,50% cioè 15 euro per 10 anni per un totale di 150 euro in totale
Se affittiamo invece un fabbricato strumentale per natura – che non può cioè essere utilizzato in modo diverso se prima non è trasformato, per esempio gli immobili che le imprese utilizzano per la loro attività – l’imposta di registro è pari all’1% del canone annuo se effettuata da soggetti che pagano Iva, al 2% negli altri casi, sempre moltiplicata per ogni anno di affitto
L’imposta di registro può essere versata anno per anno oppure per l’intera durata del contratto nel secondo caso, se il contratto viene sciolto prima del previsto è possibile ottenere il rimborso di quanto versato in più
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