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Come dimostrare le donazioni prima della divisione

Come dimostrare le donazioni prima della divisione

Donazioni da considerare prima della divisione

Quando si è in procinto di effettuare una divisione ereditaria dal notaio, si sente spesso dire che bisogna conteggiare e tenere in considerazione anche le donazioni che sono state effettuate in vita dal defunto, in modo da evitare una disparità di trattamento tra coloro che partecipano alla divisone.

Le donazioni, infatti, sono dei contratti molto diffusi in ambito familiare, che rappresentano un’anticipata successione. Ma come si fa a conteggiarle? Chi sono i soggetti che sono tenuti a dimostrare le donazioni ricevute in vita? A cosa serve questo ulteriore passaggio? Vediamolo insieme.

Cosa si intende per donazione

Prima di analizzare quale sia il procedimento da seguire prima di addivenire alla divisione dal notaio per atto pubblico notarile, è necessario comprendere cosa si intenda per donazione.

Nell’immaginario collettivo la donazione è un atto “unilaterale”, in cui una persona manifesta la semplice volontà di beneficiare un’altra persona donandole una casa, una somma di denaro e qualsiasi altro bene. In realtà, la donazione è un vero e proprio contratto che, ai fini della sua perfetta conclusione, necessita anche della accettazione del donatario, ossia di colui che riceve la donazione.

Pertanto per poter essere definito valido un atto di donazione, è inoltre necessario che sia stipulato per atto pubblico alla presenza dei due testimoni; queste formalità obbligatorie non sono necessarie nel caso di donazioni di modico valore, ossia donazioni che abbiano ad oggetto somme di denaro irrisorie.

A che serve dimostrare le donazioni

Prima di effettuare una divisione ereditaria dei beni lasciati dal defunto, è necessario prendere in considerazione anche quelli donati in vita, proprio perché quelle donazioni rappresentano un anticipo sulla successione.

Con l’istituto giuridico della collazione si andrà innanzi al notaio e si dichiarerà che, quando il donante era in vita, ha già provveduto a beneficiare uno dei figli, ad esempio, con una donazione di un bene.

Lo scopo di questa operazione è quello di mettere tutti i discendenti, figli, nelle medesime condizioni in modo da evitare che un figlio sia pregiudicato rispetto a un altro e riceva di meno.

Come dimostrare le donazioni: la collazione

Per conteggiare il bene ricevuto in vita con la donazione, esistono due modalità che sono alternative tra loro. La collazione infatti può essere fatta per imputazione o in natura. Che vuol dire? Qual è la differenza?

Nel caso di collazione per imputazione si conferisce alla massa ereditaria il valore dei beni ricevuti in donazione, ossia si imputa il valore della donazione calcolato al momento dell’apertura della successione, ossia al momento della morte della persona.

Mentre nella collazione in natura, il bene ricevuto in donazione viene proprio reimmesso nell’asse ereditario e potrebbe, quindi, essere eventualmente assegnato anche a una persona diversa dal donatario, ossia da quella che lo ha ricevuto in donazione.

Chi deve dimostrare di aver ricevuto donazioni

Non tutti coloro che hanno ricevuto donazioni in vita dal defunto sono tenuti prima della divisione a dover conferire nella massa ereditaria il valore o proprio i beni stessi.

Infatti la legge prescrive che solo determinati soggetti siano tenuti a tale passaggio preventivo e tra questi rientrano i figli e i loro discendente e il coniuge che devono aver accettato l’eredità ed essere stati beneficiaria appunto di donazione.

Si tratta dei requisiti bene precisi delineati dalla legge, che consentono di procedere in maniera spedita qualora si abbiano tali presupposti e di procedere alla divisione finale che è l’obiettivo di chi subentra nella posizione giuridica della persona defunta.

Divisione in presenza di donazioni: come si fa

Il problema si pone se vi sono dei soggetti tenuti a conferire i beni o il valore di essi ricevuti in donazione, ma al tempo stesso vi siano anche altre persone non tenute a questo adempimento preventivo alla divisione dal notaio.

In questo caso l’atto notarile sarà diviso in due parti: la prima parte avrà ad oggetto una divisione parziale e ciò vuol dire che le persone che non sono tenute alla collazione, ossia a conferire in beni ricevuti in donazione, quando il testatore era in vita, saranno “stralciate”, ossia saranno soddisfatte con l’assegnazione di beni proporzionale alla quota di diritto loro spettante; la seconda parte dell’atto avrà ad oggetto prima la collazione, con tutte le persone tenute a conferire quanto ricevuto in donazione e poi la divisione. In questo modo si potrà garantire una parità di trattamento tra tutti i condividenti dell’asse ereditario.

Costo della divisione e collazione

Una delle domande più frequenti è quanto costa la divisione e la collazione. La risposta non può essere univoca in quanto dipende dal valore dei beni, dal numero di essi, ma altresì dall’eventuale presenza di un conguaglio.

Si ricorre al conguaglio tutte le volte in cui il valore dei beni assegnati è superiore al valore della quota di diritto: in questo modo si riequilibrano le assegnazioni, in quanto colui che ricevuto di più corrisponderà una somma di denaro, pari alla differenza, a colui che ha ricevuto di meno.

Inoltre il costo dell’atto dipende anche dalla zona in cui si stipula, proprio perchè non esistono delle tariffe notarili e quindi è necessario rivolgersi a un notaio per avere il quadro chiaro delle spese. Tramite questo portale è possibile richiedere a titolo gratuito un preventivo notarile fornendo le informazioni richieste dal form e scegliendo la città che si preferisce: questo servizio non implica alcun tipo di impegno e consente di risparmiare tempo e denaro.

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Autore: Notai Online articolo realizzato personalmente dall'autore e coperto da copyright ©
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