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Calcolo delle spese notarili per accettazione tacita eredità


Calcolo delle spese notarili per accettazione eredità con beneficio di inventario


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L’accettazione è un atto giuridico: quali sono le forme ed i termini previsti per accettare un’eredità?

Cosa significa accettare l’eredità?

Per capire cosa significa accettare l’eredità di una persona bisogna sapere che, secondo l’ordinamento italiano, alla morte di un soggetto tutto il suo patrimonio viene trasferito ai suoi successori. Accettare l’eredità di una persona significa, quindi, diventare il suo successore. Tale successione avviene a titolo universale, perché attiene ad una quota dell’intero patrimonio e non si riferisce a singoli beni. Quindi se, ad esempio, il defunto avesse lasciato in eredità due appartamenti dello stesso valore e come eredi i suoi due figli, che succedessero in parti uguali, ogni figlio non succederebbe come proprietario di un singolo appartamento ma entrambi sarebbero comproprietari di un mezzo di tutti e due gli appartamenti, ossia diventerebbero comproprietari di tutto il patrimonio. Solo con un successivo atto di divisione ereditaria loro potrebbero dividere la massa ereditaria, accordandosi su come distribuire ed assegnare tra loro i beni che compongono l’eredità. La divisione ereditaria non è tuttavia obbligatoria e non ha termini di scadenza, potendo essere domandata in qualsiasi momento da ogni comproprietario.

Esaurite tali dovute premesse, si può capire allora cosa significhi accettare l’eredità: l’accettazione è l’atto giuridico con cui si diventa erede, successore a titolo universale del defunto, nella propria quota di eredità. Il carattere universale di tale successione comporterebbe, altresì, che qualora si venisse a conoscenza di ulteriori beni di proprietà del defunto, anche a distanza di anni dall’apertura della sua successione, questi sarebbero automaticamente di proprietà dei suoi eredi. Tale previsione, valevole per i beni e gli altri diritti attivi che erano in capo al defunto, varrebbe anche se venissero scoperti dei debiti non ancora scaduti. Questi dovrebbero quindi essere pagati dagli eredi. Si parla, in relazione a tale caratteristica, di vis espansiva (dal latino forza espansiva) della quota ereditaria poiché si estende anche su ciò che non si conosceva al momento dell’apertura della successione.

Quali tipi di accettazione esistono?

L’accettazione dell’eredità è un atto giuridico puro ed irrevocabile. Questo significa che non potrebbe essere apposta alcuna condizione o termine all’accettazione né potrebbe essere revocata dopo il suo perfezionamento. Sarebbe bene quindi conoscere quali tipi di accettazione esistono e se vi sono comportamenti che potrebbero comportare l’accettazione ereditaria con tutte le conseguenze che sarebbero ad essa collegate, come abbiamo visto sopra. Il codice civile raggruppa i vari tipi di accettazione dell’eredità in due categorie: accettazione espressa ed accettazione tacita.

L’accettazione espressa

L’accettazione espressa costituisce un atto formale scritto in cui il soggetto chiamato, per legge o per testamento, a diventare erede, assume la qualifica di erede. È importante a questo punto aprire una parentesi e precisare che la Dichiarazione di successione non costituisce accettazione dell’eredità, poiché essa è una dichiarazione che si esegue a fini puramente fiscali presso l’Agenzia delle Entrate. L’atto di accettazione espressa consiste invece in un atto che potrebbe essere ricevuto dal Notaio oppure dal cancelliere del Tribunale dell’ultimo domicilio del defunto, in cui si accetta espressamente un’eredità. Solo a seguito di tale atto formale di accettazione espressa i beni del defunto verrebbero trasferiti in capo all’erede che ha accettato e, pertanto, il Notaio provvederebbe alle relative volture e all’iscrizione presso eventuali registri pubblici, come i registri immobiliari in cui verrebbe annotato il passaggio del bene dal defunto ai suoi eredi. Senza tali formalità a cura del Notaio incaricato, non potrebbe avvenire la successione. L’accettazione espressa può essere a sua volta di due tipi:

  • Accettazione pura e semplice, che comporta la confusione del patrimonio ereditario con il patrimonio personale dell’erede;
  • Accettazione con beneficio di inventario, che invece permette di mantenere una separazione tra il patrimonio ereditario e quello dell’erede, limitando l’esposizione dell’erede ai debiti ereditari.

La seconda categoria di accettazione ereditaria è costituita dall’accettazione tacita, che si pone in contrapposizione con l’accettazione espressa.

L’accettazione tacita

L’accettazione dell’eredità è tacita quando non vi è una dichiarazione espressa formalmente, ma vi è un atteggiamento tale da presumere che il soggetto voglia di fatto accettare. Giuridicamente si parla di fatti che comportano accettazione. Si tratta, in particolare, di tutti quei comportamenti che non potrebbero essere tenuti se non da un erede. L’esempio classico e più comune è quello di un soggetto chiamato all’eredità che dispone di un bene ereditario, attraverso una vendita, una donazione o l’utilizzo di quel bene per i propri scopi: tale comportamento fa capire che, di fatto, quella persona si comporta già come se fosse un erede e, compiendo tali atti, effettivamente lo diventerebbe.

Sulla base di ciò deriva che innanzitutto non si può disporre di un bene ereditario e poi rinunciare all’eredità perché, come abbiamo visto, l’accettazione ereditaria è irrevocabile, anche se è avvenuta in modo tacito. In secondo luogo, spesso il Notaio si potrebbe trovare nella situazione di dover specificare, all’interno di uno o più atti da questi ricevuti, che l’atto comporta accettazione tacita; in un caso del genere, il Notaio dovrebbe provvedere alla dovuta trascrizione dell’accettazione tacita, nel rispetto delle prescrizioni di legge in merito.

L’atto di accettazione, che avvenga espressamente o tacitamente, ha tuttavia un termine di prescrizione dopo cui non potrebbe più essere perfezionato in alcun modo

Entro quanto tempo si potrebbe accettare l’eredità?

L’articolo 480 del codice civile italiano prevede che il diritto di accettare l’eredità si prescrive in dieci anni, però tale diritto non decade in caso di rinunzia all’eredità. Il termine di dieci anni inizia a partire dal giorno in cui muore la persona ed, in quel momento, si apre la sua successione. Entro tale termine di dieci anni il successore può perfezionare un atto di accettazione tacita o espressa oppure, entro determinati limiti che un esperto Notaio potrebbe indicare, il successore potrebbe accettare l’eredità anche dopo averla espressamente rinunciata. Tale possibilità è però ammessa solo nei limiti in cui non danneggi coloro che abbiano già accettato l’eredità ed i diritti che ad essi siano derivati da tale accettazione.

Per conoscere meglio i dettagli dell’accettazione dell’eredità e per una consigliabile consulenza su quale sia il tipo di accettazione più adatto alla propria situazione, sarebbe sempre opportuno rivolgersi al Notaio anche tramite l’opportunità di contatto diretto con i Notai in tutta Italia offerta da questa piattaforma.

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