Liquidazione nel patto di famiglia dal notaio

Che cos’è il patto di famiglia

Liquidazione nel patto di famiglia dal notaioQuando si parla di patto di famiglia si intende il contratto con cui l’imprenditore trasferisce in tutto o in parte l’azienda o il titolare di partecipazioni societarie trasferisce in tutto o in parte le quote societarie in favore di uno o più discendenti.

Per evitare pregiudizi ai danni degli altri (futuri) eredi dell’imprenditore (si pensi agli altri figli ed al coniuge, chiamati legittimari), è anche previsto che l’assegnatario dell’azienda (ad esempio: il figlio maggiore dell’imprenditore) liquidi questi ultimi con altri beni. Vediamo in cosa consiste la liquidazione, da chi debba essere effettuate e quali sono le modalità e i tempi con cui procedere.

Chi fa la liquidazione nel patto di famiglia

Uno dei problemi principali è chi è tenuto ad effettuare la liquidazione degli altri soggetti che partecipano al contratto. Il codice civile prevede che siano gli assegnatari dell’azienda e delle partecipazioni societarie, ma non è escluso che nel contratto si possa definire una soluzione differente. Infatti può accadere che vi possa provvedere anche il disponente, come vedremo adesso.

Liquidazione del disponente nel patto di famiglia

Come già anticipato, non esistono ostacoli di legge alla possibilità da parte del disponente, titolare originario dell’azienda, di liquidare i legittimari non assegnatari, con dei mezzi propri.

Secondo alcuni studiosi ciò configurerebbe come una donazione indiretta ulteriore, in favore dell’assegnatario. In altre parole se il titolare dell’azienda trasferisce la stessa a un primo figlio, sgravandolo eventualmente anche dalla liquidazione, che dovrebbe effettuare in favore degli altri fratelli, vi sarebbe un ulteriore vantaggio per l’assegnatario.

È proprio per tali ragioni che occorre porre molta attenzione alla gestione delle varie assegnazioni per evitare di compromettere gli equilibri familiari e favorire soltanto uno dei legittimari.

Affidarsi al notaio per comprendere, in base al proprio caso concreto, quale sia la soluzione più consona ed adatta, è la soluzione preferibile: solo a seguito di un approccio diretto con la singola questione giuridico-economica, è possibile trovare il giusto compromesso tra le parti del contratto.

Come si calcola il valore della liquidazione

Per comprendere in che termini economici debba essere effettuata la liquidazione, occorre prendere come riferimento, inteso come base di calcolo, il valore dell’impresa o delle quote societarie assegnate con il patto di famiglia, stabilito al momento della conclusione dl contratto, senza che abbiano rilievo eventuali modifiche successive.

Questo valore deve essere determinato in base al valore stabilito dalle parti anche se queste dovessero decidere di ricorrere ad una perizia, in virtù della complessità dell’operazione di valutazione dell’azienda e delle partecipazioni sociali.

Come avviene la liquidazione nel patto di famiglia

L’assegnatario dell’azienda o delle partecipazioni sociali deve provvedere a liquidare coloro che non hanno ricevuto nulla. La legge prescrive che la liquidazione debba avvenire in denaro in base a i criteri sopra elencati, tenendo quindi in considerazione il valore dell’azienda o della quota sociale, assegnata al momento della stipula del patto di famiglia dal notaio.

Non è escluso però che possa avvenire anche in natura. Che cosa vuol dire questo? Significa che l’assegnatario, invece, di corrispondere denaro per la liquidazione, provveda al trasferimento di beni. Si pensi al caso in cui l’assegnatario voglia trasferire un bene immobile, come un terreno, in luogo del denaro: con l’accettazione anche di colui che riceve il bene, non si pongono problemi.

Quando si può fare la liquidazione nel patto di famiglia

Una delle preoccupazioni di coloro che ricevono l’azienda è quando poter effettuare la liquidazione in favore di coloro che non hanno ricevuto l’assegnazione.

La liquidazione in favore dei non assegnatari dell’azienda o delle partecipazioni societari, non deve necessariamente avvenire contestualmente al rogito di stipula del patto di famiglia, ossia nel momento in cui il titolare dell’azienda decida di trasferirla, ad esempio, a uno dei figli.

Il legislatore infatti, concede la possibilità di concludere la liquidazione dal notaio sia contestualmente al patto di famiglia, sia in un momento successivo, rispettando le forme previste dalla legge. Infatti il codice civile prescrive sempre l’atto pubblico: pur essendo stato concluso il patto di famiglia con l’atto dal notaio, anche la liquidazione stipulata, in un momento successivo, dovrà avere la medesima forma, proprio perché collegata al trasferimento dell’azienda.

Cosa succede se nascano nuovi figli dopo il patto di famiglia

Il problema che spesso viene posto per di patto di famiglia, è cosa accade nel caso in cui dopo la stipula per atto pubblico sopraggiungano dei figli?

La questione non è stata tralasciata dal legislatore, il quale ha voluto offrire una soluzione per evitare l’insorgere di controversie, soprattutto per non lasciare un vuoto normativo che sicuramente avrebbe determinato numerosi problemi.

In tal caso si parla di legittimari sopravvenuti non ancora esistenti e subentrati, quindi, cronologicamente in un momento successivo nella dinamica familiare: in questa circostanza bisognerebbe liquidare anche questi ultimi, avendo la possibilità di aderire al patto.

Cosa succede se non tutti partecipano al patto di famiglia

Un altro problema che si pone è che succede se alcuni dei figli, ad esempio, decidano di non partecipare alla conclusione del patto di famiglia dal notaio.

Tale categoria, infatti, non può essere paragonata a coloro che sono sopravvenuti al contratto, ossia a coloro che sono nati dopo il rogito del patto di famiglia, in quanto questi ultimi erano già esistenti e quindi erano a conoscenza della stipula e della volontà del disponente di trasferire l’azienda o la quota societaria in favore di uno dei figli.

Per tali ragioni questi potrebbero aderirvi in un momento successivo o agire in riduzione con riferimento all’impresa trasferita con il patto di famiglia. Trattandosi di una situazione molto delicata è opportuno rivolgersi al notaio, qualora una delle parti non sia intenzionata a partecipare al rogito per spiegare le problematiche esistenti, al fine di trovare la strada più sicura.

Preventivo notarile patto di famiglia

Nel caso in cui si abbia bisogno di un preventivo notarile per la stipula di un patto di famiglia, sia avente ad oggetto il trasferimento dell’azienda, così come delle partecipazioni societarie, così come della sola liquidazione da parte degli assegnatari o del disponente, tramite la piattaforma di NotaioFacile, è possibile richiederlo, in via del tutto gratuita.

Il servizio, oltre ad avere un costo pari a zero, non richiedendo denaro né per la registrazione o per l’iscrizione alla piattaforma, consente di conoscere sin dall’inizio il prospetto delle spese che bisognerà sostenere in sede di rogito notarile.

È inoltre possibile entrare in contatto diretto con il notaio, senza intermediazioni scegliendo anche la città più vicina, in base a quelle proposte, per poter richiedere eventualmente anche un colloquio, evitando spostamenti eccessivi e facilitando l’operazione.

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Autore: Notai Online articolo realizzato personalmente dall'autore e coperto da copyright ©
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