Notaio San Felice a Cancello (CE): consulenze e preventivi senza impegno
Lo Studio del Notaio di San Felice a Cancello sorge in questo Comune di circa 17.425 mila abitanti, che dista appena una quindicina di km da Caserta, in direzione sud-est. La posizione dello studio notarile a San Felice a Cancello è particolarmente strategica perché si trova in un punto centrale nella regione tanto che non dista più di 50 km da nessuno dei capoluoghi di provincia. Rivolgersi al Notaio di San Felice a Cancello, quindi, potrebbe essere comodo anche per chi vive in altre città campane. Non esistono norme che impongono alle parti di scegliere il notaio nello stesso Comune di residenza o in quello in cui si firmerà l’atto. Sono le parti a scegliere liberamente valutando convenienza e praticità.
Di che cosa si occupa il Notaio e come contattarlo
La compravendita immobiliare normalmente avviene per fasi dalla proposta di acquisto al rogito, procedendo per step intermediari tra cui il più importante è il compromesso. La legge prevede che il rogito, atto con cui si ufficializza il trasferimento di proprietà, avvenga dinanzi al notaio. Quest’ultimo verifica l’identità delle parti e dei testimoni (almeno due), controlla che sull’immobile non gravino ipoteche o altri impedimenti e conferma la regolarità dell’atto. Ciò non toglie che le parti potrebbero anche decidere di anticipare l’intervento del notaio anche nelle fasi precedenti e, ad esempio, chiedere l’assistenza notarile per il compromesso. Inoltre è possibile ottimizzare ulteriormente le tutele con strumenti quali il deposito del prezzo di vendita presso il Notaio.
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A chi va intestata la fattura del Notaio
La questione potrebbe apparire banale: la fattura del notaio va intestata a chi ne sostiene le spese. In linea di massima, quando si parla di rogito, il notaio intesterà la fattura al futuro acquirente. Che cosa succede però nel caso di acquisto o mutuo cointestato tra coniugi? L’intestazione della parcella potrebbe rilevare ai fini della detrazione dei costi notarili. Quando la fattura è intestata ad uno solo dei coniugi, l’unico modo per ammettere pro quota alla possibilità di detrazione del costo del notaio anche l’altro, è integrare la fattura annotando il nominativo. Se ciò non avviene l’intestatario della fattura può portare in detrazione la spesa per intero.
La detrazione Irpef del 19% per le spese notarili può essere riconosciuta fino al limite di 4.000 euro di spesa quindi, a conti fatti, il rimborso sarà riconosciuto fino ad un massimo di 760 euro.
Possono essere portate in detrazione nel modello 730:
- le spese per l’onorario del notaio inerenti alla stipula del contratto di mutuo;
- le spese anticipate dal notaio per conto del cliente, ad esempio l’iscrizione e la cancellazione dell’ipoteca.
La circolare n. 7/E/2018 dell’Agenzia delle Entrate ha anche chiarito che qualora il contribuente abbia costituito un deposito presso il notaio in un dato anno e il notaio depositario abbia emesso fattura nell’anno seguente, le spese relative saranno detraibili dall’imposta dovuta per l’anno di costituzione del deposito perché si applica il principio di cassa. Onere del contribuente è la conservazione di tutta la documentazione comprovante data e importo del deposito nonché della fattura del notaio.
Non è, invece, prevista la detrazione per le spese che corrispondono all’onorario del notaio per la stipula del contratto di compravendita, né di quelle relative a imposte di registro, IVA ed imposte ipotecarie e catastali.
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