Servitù di acquedotto dal notaio

Che cos’è una servitù 

Servitù di acquedotto dal notaioSi sente spesso parlare di servitù, soprattutto di passaggio, ma esistono diversi tipi di servitù, sia previsti dalla legge, sia nascenti dalla volontà delle parti.

Per servitù si intende un peso che viene imposto su un fondo detto servente, in favore di un altro fondo, che viene definito dominante. Nel gergo giuridico è qualificabile come diritto reale, ciò vuol dire che è un diritto che viene trascritto a seguito della sua costituzione dal notaio e trova, quindi, la sua pubblicità nei Registri immobiliari e può essere fatto valere nei confronti di chiunque, non avendo un’efficacia solo tra le parti.

Pertanto tra i vari tipi di servitù, è possibile avere bisogno, quando si compra una casa dal notaio, o anche un terreno, di una servitù di acquedotto. Vediamo in cosa consiste e quali sono le caratteristiche che la contraddistinguono.

Servitù di acquedotto: cosa sapere

Quando si parla di servitù di acquedotto occorre innanzitutto analizzarne la definizione per comprendere i diritti che ne derivano.

Tale tipologia di servitù consiste nel diritto di condurre al proprio immobile (ad esempio una casa) l’acqua necessaria per i bisogni della vita oppure per usi agrari o industriali, mediante il passaggio sul fondo servente su stabili condutture.

Quando si parla di servitù di acquedotto gli esperti giuridici la definiscono come una servitù continua e apparente e ciò vuol dire che tale diritto è esercitato in modo continuato e non intermittente e soprattutto prevede la presenza di opere che possano condurre l’acqua da un immobile a un altro.

Naturalmente il titolare dell’immobile che dovrà fruire dell’acqua, gode di facoltà strettamente necessarie all’esercizio della servitù, come quella di passare sul fondo per compiere le ispezioni o effettuare delle manutenzioni.

Utilità servitù di acquedotto 

Come si evince dal codice civile la servitù deve essere utile e ciò vale sia per le servitù per le quali emerge in maniera evidente, come la servitù di acquedotto, sia per le servitù per le quali è più complesso poterne scorgerne un’utilità. È proprio per questo che gli esperti del settore hanno definito l’utilità come la maggiore comodità o amenità del fondo definito dominante.

Il concetto di utilità è così ampio che non è possibile ricomprendere ogni elemento. Ad esempio, in tema di servitù di passaggio il contenuto di tale diritto ricomprende tutte le modalità del suo esercizio, inteso non soltanto come diritto di passaggio che ha il titolare del fondo dominante o i suoi familiari, ma anche come diritto di passaggio che possono avere le persone estranee per eventuali visite all’abitazione.

Nel caso della servitù di acquedotto l’utilità emerge in modo spontaneo proprio perché l’immobile, a cui va condotta l’acqua, deve avere la possibilità di usufruirne nella vita quotidiana.

Come si fa una servitù di acquedotto

Al pari di qualsiasi altro tipo di servitù, anche la servitù di acquedotto può essere costituita mediante un contratto dal notaio, che verrà trascritto nei Registri pubblici immobiliari, così come per testamento.

Per tale tipologia di servitù, in virtù delle caratteristiche sopra enunciate, è possibile anche costituirla mediante usucapione, ossia a seguito di un possesso pacifico, pubblico, non interrotto della durata di vent’anni, così come per destinazione del padre di famiglia.

Che cosa vuol dire questa modalità di acquisto? Significa che nel momento in cui i fondi appartenenti a un unico proprietario vengono divisi, senza che siano compiute opere da consentire una diversa allocazione degli scarichi, può essere ritenuta esistente.

Servitù di acquedotto coattiva o obbligatoria

Il legislatore ha voluto prevedere anche un caso in cui la servitù di acquedotto sia coattiva nel senso imposta al proprietario del fondo servente dalla legge, perché obbligatoria.

Ciò è previsto nel codice civile, in particolare nell’art. 1033 del codice civile che prescrive l’obbligo per il proprietario del fondo servente di dare passaggio per il proprio fondo alle acque che il titolare del fondo dominante voglia condurre.

Tuttavia anche la servitù coattiva richiede l’atto pubblico per poter essere trascritta nei Registri immobiliari e farla valere nei confronti di tutti. È proprio per tali ragioni che per adempiere a quanto imposto dalla legge viene menzionata anche all’interno del contratto, sebbene non nasca da una manifestazione volontaria delle parti.

Servitù di acquedotto ed indennità

Quando viene costituita una servitù di acquedotto, il proprietario del fondo dominante deve corrispondere al proprietario del fondo servente un’indennità, ossia una somma di denaro che ha la funzione di risarcire il danno che subisce per il passaggio dell’acqua nelle tubature.

Ciò accade perché il fondo potrebbe perdere valore o perché potrebbe precluderne un determinato utilizzo. Per comprendere l’entità dell’indennità è importante considerare, in base ad una stima effettuata da tecnici del settore, il valore dei beni da occupare, così come i lavori che possono nascere per la creazione del passaggio d’acqua.

Preventivo notarile servitù di acquedotto

Nel caso in cui si abbia la necessità di avere un preventivo notarile per la costituzione di una servitù di acquedotto, così come per qualsiasi altro atto da stipulare dal notaio, è possibile richiederlo gratuitamente mediante il portale di NotaioFacile, che consente di entrare in contatto diretto con un notaio, evitando costi di registrazione e di iscrizione alla piattaforma.

Tale servizio non implica alcun tipo di impegno e consente, altresì, di selezionare la città più vicina, in modo da facilitare anche la richiesta di un eventuale colloquio con il notaio.

Avere un’idea delle spese da sostenere prima di un qualsiasi atto notarile, può aiutare ad affrontare l'investimento con maggiore consapevolezza e serenità.

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Autore: Notai Online articolo realizzato personalmente dall'autore e coperto da copyright ©
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