Vediamo quali sono le caratteristiche della rendita vitalizia e come costituirla dal Notaio
- Cos’è la rendita vitalizia?
- Il contratto di vitalizio dal notaio
- Come si fa una rendita vitalizia
- Quanto può durare una rendita vitalizia
- Cosa accade se muore una delle parti della rendita
- Quando viene percepita la rendita
- La donazione di rendita vitalizia
- Cosa succede se non viene pagata la rendita?
- La differenza tra la rendita vitalizia e rendita perpetua
- Rendita e testamento
- Rendita e consulenza notarile
Cos’è la rendita vitalizia?
La rendita vitalizia consiste nella corresponsione periodica di una somma di denaro o di una certa quantità di cose già prestabilita per tutta la vita del beneficiario. Essa, secondo la normativa italiana, può essere costituita attraverso un accordo scritto in un contratto oppure attraverso una previsione inserita in un testamento.
In ogni caso sorge l’obbligo in capo ad un soggetto, che prende il nome di vitaliziante, di dare una certa quantità di denaro o di altre cose ad un altro soggetto, che viene chiamato vitaliziato e che beneficerà della rendita per tutta la sua vita. Il vitalizio può essere accordato o previsto anche a favore di più persone o a favore di un soggetto diverso.
Il contratto di vitalizio dal Notaio
Il contratto di vitalizio è costituito da un accordo scritto in cui una parte trasferisce un suo bene o diritto ad un’altra, la quale in cambio si obbliga a corrispondere al vitaliziato la rendita prevista. Ad esempio si può cedere la propria casa in cambio di una somma di denaro periodica per tutta la propria vita. Questo contratto non è una vendita a rate o con pagamento posticipato perché l’ammontare della rendita non sarebbe correlato al valore dell’immobile, anche perché non si potrebbe conoscere la durata della vita del vitaliziato, che condiziona la durata della rendita e quindi il suo ammontare. Molto spesso al fine di tutelare chi cede il bene, il quale si affida al rispetto dell’obbligo da parte del vitaliziante, viene introdotta nel contratto una clausola risolutiva per cui il mancato pagamento della rendita produce la risoluzione del contratto. In tal caso, il bene trasferito tornerà di sua proprietà. Il contratto di vitalizio è indicato tra gli strumenti utili anche per le persone anziane, come tutela per la Terza età.
Si consiglia sempre, ad ogni modo, di rivolgersi ad un Notaio esperto per la stipulazione dell’atto. Infatti, in mancanza dell’assistenza di un professionista si potrebbe rischiare di incorrere nella rescissione per lesione laddove vi sia una notevole sproporzione tra l’obbligo stabilito per una parte e il valore di quanto trasferito dall’altra.
Come si fa una rendita vitalizia
Per concludere un contratto di rendita vitalizia è necessaria la forma scritta come stabilito dalla legge. Pertanto le parti non potranno verbalmente stabilire che sia corrisposta una rendita e pretendere reciprocamente le dovute prestazioni se questo tipo di accordo non venga messo per iscritto.
Nel caso della rendita a titolo oneroso con previsione quindi di un corrispettivo potrà essere stipulata per scrittura privata o per l’atto pubblico notarile. Naturalmente nel caso di donazione di rendita vitalizia, invece, sarà indispensabile l’atto pubblico notarile alla presenza di due testimoni aventi i requisiti di legge previsti dalla legge notarile.
Quanto può durare una rendita vitalizia
Come sopra accennato, la rendita vitalizia è solitamente commisurata alla vita del beneficiario, ma ciò non esclude che le parti possano stabilire che la durata della rendita sia commisurata alla vita di più persone.
In questo caso quindi la rendita si estinguerà alla morte di colui che vivrà di più e quindi anche se muoia una sola persona di quelle che ne abbiano diritto, lo stesso dovrà essere prestata in favore delle altre ancora invita.
Ciò significa ad esempio che se la rendita è inizialmente prevista in favore di tre figli, questa dovrà essere corrisposta fino a che tutti e tre muoiano, accrescendosi quindi il diritto di percepirla in favore dei figli superstiti.
Durata incerta della rendita: cosa comporta?
Siccome la rendita è commisurata alla vita di una persona non si potrà sapere sin dall’inizio, ossia sin dalla stipula del contratto dal notaio per atto pubblico, a quanto ammonterà la somma finale versata in favore del beneficiario o dei beneficiari.
Di conseguenza non si conoscerà quale delle due parti del contratto trarrà un maggiore vantaggio economico. Se, ad esempio, la rendita viene costituita in favore di un diciottenne, sicuramente sarà di un valore superiore complessivo (sebbene sia prestata periodicamente) rispetto a quella di un settantenne. Nel caso della rendita a titolo gratuito, come donazione, si sa già in anticipo che sicuramente vi sarà un impoverimento da parte di colui che la presta non ricevendo nulla in cambio.
Cosa accade se muore una delle parti della rendita
Non può essere concluso un contratto di rendita vitalizia commisurata alla vita di una persona che è già morta e quindi viene considerata nulla. Se muore dopo la conclusione del contratto colui che deve corrispondere la rendita, le somme di denaro, ad esempio, date come rendita, dovranno essere versate in favore del beneficiario o dei beneficiari da parte dei suoi eredi.
Quando viene percepita la rendita
Per evitare ad esempio che i soldi non siano dati ai beneficiari come si desidera, nel contratto di rendita vitalizia sarà necessario specificare le modalità con cui dovrà essere corrisposta e anche i tempi.
Nella maggior parte dei casi viene stabilito che periodicamente ad esempio ogni mese venga data una somma di denaro o dei beni da parte del debitore in favore del beneficiario: in ogni caso è importante sapere che tutto dipende dalla volontà delle parti che sono libere di stabilire i modi e i tempi.
Possono anche prevedere ad esempio che già al momento della stipula del contratto sia corrisposta una prima rata, così come potrebbe, invece, anche accadere che il versamento della prima rata avvenga in un momento successivo alla conclusione del contratto.
La donazione di rendita vitalizia
Alternativamente alla costituzione a titolo oneroso, in cui il vitalizio costituisce corrispettivo al trasferimento di un bene come abbiamo appena visto, si può donare una rendita vitalizia. Il modo in cui ciò avviene è il seguente: una persona, volendo beneficiarne un’altra, invece di darle una somma di denaro o un certo bene in un’unica soluzione, decide di obbligarsi a titolo gratuito e quindi senza ricevere nulla in cambio a darle una rendita. Ricordiamo, a tal proposito, che qualsiasi atto di donazione si stipula davanti al Notaio alla presenza di due testimoni aventi i requisiti di legge. La fattispecie potrebbe essere disposta, ad esempio, da un genitore per corrispondere una somma mensile ad un figlio con disabilità quale rendita vitalizia. In tale caso infatti potrebbe assicurare un sostentamento al proprio figlio anche dopo che egli sarà venuto a mancare, perché alla morte del genitore l’obbligo di rendita ricadrà sui suoi eredi.
Cosa succede se non viene pagata la rendita?
La costituzione di una rendita vitalizia potrebbe sembrare rischiosa, perché comporterebbe il fidarsi della parola di una persona. Tuttavia si deve considerare che essa ha assunto un obbligo scritto e che la legge prevede delle importanti conseguenze per il caso il cui, in qualsiasi momento, non dovesse rispettare il suo obbligo di corrispondere le rate del vitalizio.
In particolare in caso di mancato pagamento, il beneficiario può rivolgersi al giudice per far sequestrare e vendere i beni dell’obbligato, così da coprire le rate mancanti con il ricavato della vendita e da garantire che possano essere pagate quelle successive. Se però non vi sono beni da vendere per garantire la rendita allora si può richiedere la risoluzione del contratto e riottenere indietro il bene ceduto in cambio della rendita vitalizia. È bene però precisare che tale risoluzione non può essere richiesta se il vitalizio è nato da una donazione o da una disposizione testamentaria, perché nulla è stato dato in cambio.
Sarebbe comunque consigliabile richiedere al Notaio che stipulerà l’atto di inserire una clausola risolutiva in caso di mancato pagamento: con una semplice aggiunta nel contratto si potrà così evitare una causa giudiziale per inadempimento.
La differenza tra la rendita vitalizia e rendita perpetua
Quando si parla di rendita è importante non fare confusione tra rendita vitalizia e rendita perpetua.
Con la rendita vitalizia, come abbiamo visto, nasce l’obbligo di corrispondere una quantità di denaro o di altre cose per tutta la vita del beneficiario. Ad esempio un genitore potrebbe trasferire il suo appartamento a sua figlia, la quale si obbliga a versargli una cifra fissa e prestabilita ogni mese. Alla morte del genitore la figlia sarà liberata dall’obbligo.
Nella rendita perpetua invece sorge ugualmente un obbligo di corrispondere una quantità fissa di denaro o di altri beni con scadenze periodiche prestabilite, ma tale corresponsione ha durata infinita. Questo significa che alla morte del beneficiario iniziale i suoi eredi beneficeranno della rendita. Ad esempio un agricoltore in cambio del trasferimento di un importante e prestigioso vigneto si obbliga a corrispondere in perpetuo una bottiglia di vino al mese a colui che gli ha ceduto il vigneto. Alla morte di quest’ultimo il vitaliziante o i suoi eredi dovranno continuare ad adempiere tale obbligo.
Come liberarsi dalla rendita perpetua
La rendita perpetua si caratterizza per il fatto di essere potenzialmente destinata a durare all’infinito. Nel nostro ordinamento è ammessa perché la legge offre la possibilità di liberarsi da tale vincolo con il cosiddetto riscatto della rendita che consiste nel riconoscere a colui che è obbligato alla prestazione periodica la facoltà di sciogliersi dal vincolo con una dichiarazione unilaterale accompagnata dal pagamento della somma risultante dalla capitalizzazione della rendita annua sulla base dell’interesse legale.
Rendita e testamento
Può altresì capitare che una persona voglia lasciare una rendita per quando non ci sarà più in favore dei propri cari. A tal proposito l’unico strumento disponibile per realizzare questo desiderio è il testamento.
È possibile prevedere una rendita vitalizia nel testamento pubblico dal notaio, in quello olografo scritto di pugno dal testatore, così come nel testamento segreto. Ogni forma testamentaria si equivale, non esistendo un’unica modalità consentita che abbia un valore maggiore rispetto alle altre.
In questo caso il termine da cui decorre il diritto a ricevere la prestazione periodica coincide con la morte del testatore e da quel momento il legatario ha diritto a ricevere tutta la prestazione dovuta per il termine in corso anche se si trova in vita solo all’inizio dello stesso.
Rendita e consulenza notarile
La rendita vitalizia o perpetua a fronte del trasferimento di un bene immobile, una casa o un terreno, oppure per donazione può essere costituita con un atto pubblico notarile. Si consiglia pertanto di esporre tutti i dubbi che potrebbero sorgere ad un Notaio specializzato prima della stipulazione dell’atto in quanto potrebbe aiutare a comprendere quale sia la soluzione migliore per il singolo caso concreto.
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