Azienda coniugale
- Che cos’è l’azienda coniugale
- Come si apre un’impresa coniugale
- L’impresa coniugale è una società?
- Impresa coniugale o impresa familiare: quale conviene?
Che cos’è l’azienda coniugale
Quando si parla di azienda coniugale si fa riferimento a un’azienda che viene gestita da entrambi i coniugi in maniera congiunta, al di là del fatto che questa sia stata costituita prima o durante il matrimonio.
Spesso si fa confusione con l’impresa familiare, ma esistono delle differenze, prima tra queste che l’impresa familiare viene gestita da una sola persona e vi sono poi una serie di collaboratori e dipendenti, a differenza dell’azienda coniugale in cui la gestione spetta a entrambi i coniugi.
Nel caos in cui si sia intenzionati ad avviare un’impresa coniugale è necessario conoscere le differenze rispetto ad altri tipi di attività proprio per evitare di scegliere una forma che non soddisfi le aspettative. Vediamo come iniziare un’attività di impresa coniugale e quali sono i tipi di azienda coniugale.
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Come si apre un’impresa coniugale
A differenza dell’impresa familiare costituita dal notaio in cui la legge prevede l’atto pubblico notarile, l’impresa coniugale non richiede alcuna forma in particolare per la sua apertura.
Tuttavia c’è un passaggio fondamentale da conoscere: per iniziare questo tipo di attività sarà necessario essere in comunione legale dei beni.
Al momento del matrimonio in assenza di alcuna scelta espressa da parte dei coniugi il regime patrimoniale legale della famiglia è la comunione legale dei beni; tuttavia i coniugi potranno optare per la separazione dei beni.
Quindi, nel caso in cui i coniugi siano in separazione dei beni e vogliano iniziare un’attività coniugale di impresa, dovranno passare al regime patrimoniale della comunione legale dei beni con un atto pubblico stipulato dal notaio alla presenza di due testimoni aventi i requisiti di legge previsti dalla legge notarile.
L’impresa coniugale è una società?
Una delle problematiche più discusse tra gli studiosi del diritto è se l’impresa coniugale possa essere considerata una società. Secondo alcuni si tratterebbe di una vera e propria società, mentre per altri si tratterebbe di un’ipotesi eccezionale di impresa collettiva non societaria, come se fosse una sorta di comunione impresa.
Inquadrare o meno l’azienda coniugale nell’ambito di una o di un’altra categoria, comporta delle differenze dal punto di vista della disciplina applicabile e anche dal punto di vista notarile. Nonostante i vari dibattiti si ritiene in concreto che bisognerebbe applicare tutte le norma del diritto societario per quanto riguarda la gestione dell’azienda e le norme della comunione legale in relazione ai rapporti interni tra i coniugi.
Azienda coniugale gestita da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio
Può accadere che durante il matrimonio si decida di gestire un’azienda: in questo caso si realizza un’impresa coniugale su azienda coniugale.
In questo caso entrambi i coniugi sono considerati imprenditori e gestori dei beni e quindi hanno pari poteri e responsabilità in quanto entrambi, sin dall’inizio, hanno intrapreso questo tipo di attività imprenditoriale.
Ciò vuol dire che tutti gli atti che dovranno essere stipulati, in particolare quelli di straordinaria amministrazione, come la vendita dal notaio di un bene ad esempio, necessitano del consenso di entrambi i coniugi, mentre per gli atti che non implicano uno stravolgimento dell’impresa, chiamati di ordinaria amministrazione, ciascun coniuge può agire senza il consenso dell’altro.
Azienda che prima del matrimonio apparteneva a un solo coniuge, ma gestita dopo da entrambi
Altra ipotesi che può verificarsi è che prima del matrimonio l’azienda sia stata costituita da un solo coniuge e che successivamente al matrimonio sia stata gestita da entrambi i coniugi.
In questo caso, a differenza di quello analizzato in precedenza, la titolarità dell’azienda rimane al coniuge cui la stessa apparteneva prima del matrimonio, ma entrambi i coniugi sono da considerarsi imprenditori, tanto che gli utili, ossia i guadagni che derivano dall’esercizio di attività di impresa, verranno acquisiti in comunione legale dei beni.
In questo caso però si applica la disciplina della cosiddetta società di fatto e solo per gli utili è prevista la previsione della comunione legale.
Si può stare tranquilli in relazione alla sorte del patrimonio personale in quanto questo è separato da quello dell’azienda: i creditori dell’impresa non potranno dunque subire sull’azienda il concorso dei creditori personali dei coniugi.
Azienda di un solo coniuge
Altra possibilità che può verificarsi è che l’azienda appartiene a un solo coniuge e viene gestita solo dallo stesso. In tal caso non si può parlare di azienda coniugale in quanto l’unico imprenditore è solo il coniuge titolare che è gestore esclusivo dell’azienda stessa.
Impresa coniugale o impresa familiare: quale conviene?
L’impresa coniugale e l’impresa familiare hanno delle importanti differenze. Al di là del momento costitutivo che prevede necessariamente il notaio per l’impresa familiare e quindi richiede delle spese da affrontare per l’apertura, esistono delle differenze in ordine alla gestione come già accennato.
Mentre nell’impresa familiare esiste un soggetto che gestisce e l’altro coniuge è una posizione subordinata in quanto non ha un potere decisionale, non può quindi decidere di vendere ad esempio un bene dell’azienda, nell’impresa coniugale i coniugi sono alla pari.
Impresa familiare e coniugale e consulenza notarile
Prima di scegliere se aprire un’impresa familiare dal notaio o iniziare un’impresa coniugale è importante avere le idee ben chiare sulle differenze, ma anche sulla situazione patrimoniale in si versa.
Infatti grazie al notaio sarà possibile quale sia la scelta più conveniente al proprio caso concreto e comprendere che qualora si sia in separazione dei beni, di dovere passare al regime di comunione legale con un atto pubblico notarile.
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