Come risolvere dal notaio i contrasti sorti per la divisione del patrimonio ereditato
- Questioni ereditarie sempre diffuse
- Quando si crea la comunione ereditaria
- Quali sono le soluzioni che possono essere adottate dal notaio?
- Che cosa si intende per divisione ereditaria
- Qual era la differenza tra la divisione transattiva e la transazione divisoria?
- Il ruolo del notaio
- Cosa si intende per transazione
- Cosa si intende tra corrispondenza tra la quota di diritto e la quota di fatto
- Qual è oggi la reale distinzione tra i due atti?
- Quali sono gli effetti diversi?
- Che cosa è l’azione di rescissione?
Questioni ereditarie sempre diffuse
Al momento della morte di un proprio caro può accadere che vi siano dei contrasti in ordine alla divisione del patrimonio ereditario. Spesso accade che non tutti coloro che sono chiamati all’eredità siano d’accordo nella divisione del patrimonio e che ognuno pretenda l’attribuzione di determinati beni.
La divisione ereditaria davanti al notaio per atto pubblico, talvolta, può diventare motivo di scontro e di dissapori familiari. Per risolvere dei contrasti si potrebbe ricorrere all’autorità giudiziaria. Tale soluzione potrebbe avere dei risvolti non piacevoli in quanto, oltre ad aumentare le tensioni familiari, potrebbe richiedere molto tempo prima di ottenere il risultato desiderato. Vediamo con ordine cosa può accadere.
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Quando si crea la comunione ereditaria
Alla morte di un caro i beni di titolarità di quest’ultimo cadono in successione e necessitano di un atto di divisione dal notaio in assenza di testamento, in base alle quote di diritto stabilite dalla legge. Precedentemente all’atto di divisione (con atto contestuale o in un momento precedente) i chiamati all’eredità provvedono ad accettare l’eredità. L’accettazione può essere espressa o tacita.
Quali sono le soluzioni che possono essere adottate dal notaio?
Per evitare le lungaggini di un procedimento giudiziario le parti chiamate all’eredità del defunto potrebbero recarsi dal notaio e stipulare un accordo finalizzato alla divisione del patrimonio.
Nell’immaginario collettivo si fa molta confusione tra la divisione transattiva e la transazione divisoria quando sussistono delle problematiche tra i coeredi. Vediamo innanzi tutto quali sono le differenze tra la transazione dal notaio e la divisione ereditaria con rogito notarile.
Cosa si intende per transazione
La transazione è un contratto con cui due o più parti convengono di porre fine o prevenire una lite mediante delle reciproche attribuzioni. È un contratto espressamente disciplinato dal legislatore che può avere i contenuti più svariati; con essa si possono trasferire diritti, cedere crediti, estinguere obblighi ecc. In questa ipotesi le parti non hanno interesse ad avere come attribuzione dei beni che siano corrispondenti al valore della quota di diritto. Sono anche disposte a rinunciare a delle pretese pure di risolvere le questioni ereditarie.
Il presupposto di tale contratto è la lite, non la situazione di incertezza creatasi con la morte del proprio caro, altrimenti si tratterebbe di un negozio di accertamento.
Che cosa si intende per divisione ereditaria
La divisione ereditaria è un insieme di operazioni giuridiche, finalizzate allo scioglimento della comunione ereditaria, mediante l’assegnazione di porzioni a ciascuno dei condividenti di valori che corrispondano alle quote loro spettanti sui beni comuni. Gli elementi caratteristici sono due:
- Lo scioglimento della comunione
- L’attribuzione ai condividenti di beni proporzionali alla quota a cui hanno diritto.
Cosa si intende tra corrispondenza tra la quota di diritto e la quota di fatto
La corrispondenza tra la quota di fatto e la quota di diritto deve essere interpretata in senso economico, non in senso materiale. Basta semplicemente che il valore dei beni assegnati al condividente sia pari al valore di diritto vantato sulla massa che è in comune. Non rileva, quindi, la modalità con cui è composta la quota. È possibile anche attribuire a un condividente solo beni mobili e a un altro condividente beni immobili.
Qual era la differenza tra la divisione transattiva e la transazione divisoria?
La differenza tra la divisione transattiva e la transazione divisoria prima si basava su un criterio temporale. Ciò vuol dire che se fosse stato stipulato un atto prima della divisione era da considerarsi come divisione transattiva e soggetta alle norme della divisione, mentre se fosse stato stipulato un atto dopo la divisione si trattava di una transazione divisoria in quanto le parti a mezzo della transazione ponevano fine ai contrasti insorti a causa della divisione. Questa distinzione è stata superata ampiamente. Bisogna, quindi, analizzare quando questi due atti vengono stipulati dal notaio e quali sono le conseguenze.
Qual è oggi la reale distinzione tra i due atti?
Oggi la differenza sopra esposta non ha più ragione di esistere, in quanto il criterio discretivo tra i due atti è proprio la proporzionalità o meno delle attribuzioni.
Se i condividenti decidono di farsi delle attribuzioni in cui ci sia una proporzione tra la quota di diritto e il bene assegnato significherà che vogliono procedere con una divisione transattiva. Se, invece, l’intento delle parti è quello di procedere, al di là della proporzionalità delle attribuzioni alla quota di diritto, significa che lo scopo principale è quello di evitare delle controversie o di prevenirle con delle reciproche attribuzioni.
Quali sono gli effetti diversi?
In entrambi i casi vi è lo scioglimento della comunione per atto pubblico notarile, solo che è differente proprio l’intento delle parti, sebbene il risultato finale sia lo scioglimento della comunione.
Inoltre è fondamentale sottolineare che la transazione divisoria non ammette l’azione di rescissione per lesione oltre il quarto nel caso di atto avente una natura prevalentemente transattiva, come appunto la transazione divisoria. La divisione transattiva invece potrebbe essere oggetto di tale azione.
Che cosa è l’azione di rescissione?
La divisione può essere rescissa quando taluno dei coeredi prova di essere stato leso oltre il quarto. La rescissione è ammessa anche nel caso di divisione fatta dal testatore, quando il valore dei beni assegnati ad alcuno dei coeredi è inferiore di oltre un quarto all'entità della quota ad esso spettante.
Il ruolo del notaio
Il notaio è di particolare importanza in questo caso in quanto può porre fine a delle problematiche in ordine alla divisione evitando di ricorrere all’autorità giudiziaria. Il notaio analizzando la volontà delle parti la adeguerà alle norme di legge, realizzando il risultato desiderato dalle parti.
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