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Come pagare il Notaio per detrarre le spese

come si deve pagare il notaio per poter scaricare le spese, quali spese si possono detrarre e come fare

Come si paga il Notaio per scaricare le spese

Le voci di spesa che rientrano nell’onorario del Notaio quando si parla di acquisto prima casa sono tante, e innanzitutto sembra buona cosa capire quali sono. L’onorario del Notaio è quel corrispettivo a lui spettante per il servizio erogato ai propri clienti, variabile in relazione al tipo di atto richiesto, ai controlli preliminari sugli immobili, alla regolarità urbanistica/edilizia e catastale, al tipo di clientela che si interfaccia col professionista e così via. Altre voci di spesa attengono alla registrazione dell’atto presso l’Agenzia delle Entrate e alla successiva trascrizione nei pubblici registri immobiliari, nonché a imposte e tasse che saranno versate all’erario.

Come vedremo, il ruolo del pubblico ufficiale non si esaurisce nell’indirizzare le parti verso l’accordo più idoneo a raggiungere i propri obiettivi, ma si attaglia anche al riconoscimento di certi benefici fiscali (ad esempio, quando si parla di credito d’imposta, il compito del Notaio è quello di verificare tutti gli elementi che consentano al contribuente di usufruirne: estremi del precedente atto di trasferimento immobiliare, estremi del nuovo atto d’acquisto, il possesso dei requisiti che legittimano la richiesta delle agevolazioni prima casa e quindi del credito d’imposta ecc.). Quindi, anche quando si parla di detrazioni o benefici fiscali, il Notaio esplica le sue funzioni di “controllore”, onde evitare che si incorra in violazioni ed elusioni.

Pagamenti e detrazioni dopo aver pagato il Notaio

Preliminarmente è necessario dire che, per portare in detrazione le spese notarili relative all’acquisto della prima casa, il contribuente (privato o impresa che sia) ogni anno notifica all’Agenzia delle Entrate i redditi percepiti nell’anno precedente, mediante la cosiddetta dichiarazione dei redditi (modello 730). Il documento tiene conto delle spese deducibili e detraibili sostenute e permette di determinare la base di calcolo per la tassazione dei redditi. L’Agenzia delle Entrate avrà quindi la responsabilità di dare informazioni specifiche sulle spese detraibili e non.

Come scaricare le spese Notarili

Non tutte le spese notarili rientrano nel programma di detrazione, ma solo quelle relative al mutuo stipulato per l’acquisto della prima casa e quelle anticipate dal Notaio per il cliente: la detrazione spetta nella misura del 19%  in base alla spesa, che non può mai superare i 4.000 euro. Non si possono detrarre le spese notarili per la stipula del contratto di compravendita, né quelle relative all’acquisto di una seconda casa.

Per essere più precisi, sono detraibili:

  • l’onorario del Notaio per la stipula del mutuo (con esclusione di quelle sostenute per il contratto di compravendita);
  • le spese sostenute dal Notaio per conto del cliente come, ad esempio, l’iscrizione e la cancellazione dell’ipoteca;
  • se il contribuente, in sede di acquisto, abbia costituito un deposito presso il Notaio in un dato anno e questi (quale depositario) emetta fattura nell’anno successivo, le spese sono detraibili dall’imposta dovuta per l’anno di costituzione del deposito in applicazione del principio di cassa.

Le spese saranno indicate nel modello 730 alla voce “Interessi per mutui ipotecari per l’acquisto dell’abitazione principale”.

Prima casa e credito d’imposta: anche qui serve il Notaio

E’ bene ricordare che lo Stato garantisce sgravi fiscali per il pagamento delle imposte indirette.

In particolare, si parla di credito d’imposta a beneficio di coloro che, dopo aver trasferito la proprietà di un immobile acquistato con le agevolazioni prima casa, procedano al riacquisto, entro un anno, di un altro immobile con gli stessi requisiti e parametri per accedere alla normativa agevolata.

Vi sono 4 fasi che precedono il riconoscimento del credito d’imposta:

  1. acquisto di un immobile ad uso abitativo seguendo la richiesta delle agevolazioni prima casa (quindi beneficiando della riduzione di imposta di registro o IVA);
  2. trasferimento, a qualunque titolo, da parte del contribuente, della casa acquistata con le agevolazioni;
  3. riacquisto, entro un anno, di un nuovo immobile contestuale alla richiesta di agevolazioni prima casa;
  4. riconoscimento del credito d’imposta da parte del Notaio rogante.

Il credito non spetta se il contribuente acquista l’immobile con aliquota ordinaria (ossia senza usufruire delle agevolazioni) né se l’immobile è stato acquisito per successione o donazione, né se l’immobile è stato acquistato prima dell’introduzione della normativa sulla prima casa.

Ma qual è la ragione per cui si è riconosciuto il credito d’imposta? Il motivo principale è favorire il contribuente nell’acquisto della casa che più si confà alle sue esigenze. In questo modo, si vuole evitare che costui paghi un importo maggiorato dalle aliquote ordinarie o che paghi un importo pari o superiore a quello già versato precedentemente.

Per far capire meglio come funziona, chiariamo come si calcola il credito d’imposta: esso consiste nella minor somma tra imposta di registro/IVA corrisposta in relazione al primo acquisto agevolato e imposta di registro/IVA da corrispondere in relazione al secondo acquisto agevolato.

Esempi: se il contribuente, in relazione al primo acquisto, ha corrisposto una imposta pari a 4.000 euro e in relazione al secondo deve corrisponderne 3.000, il credito d’imposta ammonta a 3.000 euro; se il contribuente, in relazione al primo acquisto, ha versato 1.600 euro a titolo di imposta, e per il secondo deve versarne 2.800, il credito d’imposta ammonta a 1.600 euro.

Per portare in detrazione il valore corrispondente all’imposta di registro/IVA agevolata, è quindi necessario che il contribuente manifesti questa volontà mediante dichiarazione contenuta nell’atto di acquisto dell’immobile e, inoltre:

  • indichi gli estremi dell’atto di acquisto dell’immobile sul quale era stata corrisposta l’imposta di registro o l’IVA agevolata, nonché l’ammontare della stessa;
  • indichi gli estremi dell’atto di trasferimento dell’immobile.

Agevolazioni per interventi di ristrutturazione

I contribuenti possono richiedere altri tipi di benefici e sgravi fiscali nel caso di spese sostenute per la ristrutturazione o rigenerazione del patrimonio immobiliare.

Tali bonus possono essere raggruppati in questa classificazione:

  • bonus edilizio per la manutenzione ordinaria e straordinaria di un edificio residenziale (già esistente); ricostruzione o ripristino di immobile danneggiato da eventi calamitosi; eliminazione delle barriere architettoniche; installazione o rafforzamento di strutture di sicurezza; interventi di bonifica; opere volte a prevenire infortuni domestici; opere volte al contenimento dell'inquinamento acustico; sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza con generatori di emergenza a gas di ultima generazione.
  • ecobonus per gli interventi relativi alla realizzazione di opere finalizzate al conseguimento di risparmio energetico.
  • sisma bonus per interventi volti all’adozione di misure antisismiche o di messa in sicurezza statica.
  • bonus facciate (per cui è prevista una detrazione del 90% delle spese sostenute) per interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti (comprese le opere di tinteggiatura e ripulitura).

Tra i tanti benefici riconosciuti nel biennio 2020-2021 (e probabilmente prorogati al 2022) vi sono anche quelli rientranti nel Superbonus 110, che riguardano principalmente interventi di efficientamento energetico, di sostituzione di impianti di climatizzazione e isolamento termico, al ricorrere di determinati requisiti soggettivi ed oggettivi. Sono esclusi dall’agevolazione in discorso gli immobili qualificabili come beni di lusso (A/1, A/8 e A/9).

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Autore: Notai Online articolo realizzato personalmente dall'autore e coperto da copyright ©
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