Donazione immobile con clausola di premorienza e prima casa
- Pianificazione immobiliare e donazione
- Clausola di premorienza nella donazione
- è possibile accedere nuovamente al beneficio “prima casa”?
- L’efficacia giuridica della donazione e il ruolo del notaio
- Normativa e tutela del contribuente
- Considerazioni sull’uso della clausola di premorienza nella prassi
- Donazione condizionata come strumento lecito e utile
Pianificazione immobiliare e donazione
Nel settore immobiliare, le agevolazioni fiscali rappresentano un elemento chiave per chi desidera acquistare la propria abitazione principale. Tuttavia, queste stesse agevolazioni pongono vincoli stringenti, come quello di non possedere, al momento del nuovo acquisto, altri immobili già acquistati con lo stesso beneficio fiscale. In tale contesto si inserisce un caso sottoposto all’Agenzia delle Entrate, riguardante una donazione immobiliare con una clausola particolare: la condizione di premorienza.
Il contribuente in questione, già proprietario di un’abitazione acquistata con le agevolazioni “prima casa” e residente in un Comune diverso da quello in cui intende effettuare il nuovo acquisto, desidera beneficiare nuovamente dell’agevolazione. Per superare il vincolo previsto dalla normativa, decide di donare l’immobile alla madre, inserendo però nell’atto una condizione risolutiva: se la madre dovesse premorire rispetto al figlio, la proprietà dell’immobile tornerà automaticamente a quest’ultimo.

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Clausola di premorienza nella donazione
Nel diritto civile, l’articolo 791 del Codice Civile consente al donante di prevedere la cosiddetta clausola di riversibilità, che consiste nel far rientrare il bene donato nel patrimonio del donante se il donatario (in questo caso, la madre) dovesse premorire. Si tratta di una clausola pienamente lecita, che non sospende l’effetto della donazione, ma ne condiziona l’efficacia futura. Al momento della firma dell’atto, infatti, il trasferimento si intende pienamente compiuto e la proprietà dell’immobile passa alla madre, con tutti i diritti e doveri che ne conseguono.
È importante comprendere che la clausola di premorienza non annulla la donazione, né la rende inefficace. Essa agisce soltanto in un momento futuro, nel caso in cui si verifichi la condizione espressamente prevista, ovvero il decesso della madre prima del figlio. In tale eventualità, l’immobile ritorna nel patrimonio del donante, libero da vincoli e gravami, secondo quanto stabilito anche dall’articolo 792 del Codice Civile .

È possibile accedere nuovamente al beneficio “prima casa”?
La questione principale sottoposta all’attenzione dell’Agenzia delle Entrate era dunque se tale donazione, pur con la clausola di premorienza, fosse sufficiente per considerare il contribuente “spogliato” della titolarità dell’immobile ai fini del rispetto della condizione prevista dalla lettera c) della Nota II-bis del d.P.R. n. 131/1986. Questa norma stabilisce che, per accedere all’agevolazione, l’acquirente non deve essere proprietario, neppure per quota, di un altro immobile acquistato con i benefici fiscali “prima casa”, su tutto il territorio nazionale.
L’Agenzia delle Entrate ha fornito una risposta affermativa. Secondo l’Amministrazione finanziaria, la donazione con clausola di premorienza produce effetti immediati, determinando un reale trasferimento di proprietà dal figlio alla madre. Pertanto, al momento dell’acquisto del nuovo immobile, il contribuente non può più essere considerato titolare dell’abitazione precedentemente posseduta. Di conseguenza, la dichiarazione resa nell’atto di acquisto circa l’assenza di proprietà pregressa agevolata è da ritenersi veritiera e legittima.
L’efficacia giuridica della donazione e il ruolo del notaio
Questa interpretazione valorizza pienamente la coerenza tra diritto civile e disciplina tributaria. La donazione, anche se soggetta a condizione risolutiva, conserva la sua efficacia ab origine. Non si tratta, quindi, di un escamotage volto ad aggirare la legge, bensì di un atto reale e pienamente valido che trasferisce la titolarità dell’immobile al donatario, il quale assume tutti i diritti connessi al bene.
In tale contesto, il ruolo del notaio si rivela determinante. È il notaio, infatti, a garantire che l’atto di donazione sia redatto secondo le disposizioni di legge e che le clausole inserite, come quella di premorienza, siano formulate correttamente, nel rispetto dell’ordinamento. Inoltre, il notaio ver ifica la volontà delle parti, ne accerta la capacità giuridica e tutela la piena trasparenza dell’operazione. Anche dal punto di vista fiscale, l’assistenza notarile è fondamentale per garantire il rispetto delle norme e per accompagnare il contribuente nelle corrette dichiarazioni da rendere all’interno degli atti pubblici.
Considerazioni sull’uso della clausola di premorienza nella prassi
L’utilizzo della clausola di premorienza in un atto di donazione non è molto frequente, ma può rivelarsi uno strumento particolarmente utile in casi specifici di pianificazione patrimoniale e familiare. La sua legittimità non è in discussione, purché rispetti i limiti previsti dalla legge, ovvero che il beneficio del ritorno del bene in caso di premorienza sia riservato esclusivamente al donante. Qualsiasi patto che estenda tale beneficio a soggetti terzi è, infatti, nullo.
Nel caso esaminato, l’inserimento della clausola ha avuto anche un effetto positivo dal punto di vista fiscale. Ha permesso al contribuente di superare un ostacolo oggettivo all’acquisto della nuova abitazione con agevolazione, senza dover ricorrere alla vendita o ad altri strumenti più complessi. Tuttavia, va evidenziato che l’Agenzia delle Entrate ha espressamente sottolineato come il proprio parere sia basato sulla documentazione fornita e non costituisca una certificazione della veridicità dei fatti. In eventuali verifiche future, sarà fondamentale poter dimostrare che la donazione è stata effettiva, con consegna del bene alla madre e reale trasferimento del possesso.
Donazione condizionata come strumento lecito e utile
Alla luce del caso descritto, è possibile affermare che la donazione con clausola di premorienza può rappresentare un legittimo strumento di pianificazione patrimoniale e familiare, soprattutto se inserita all’interno di un disegno coerente e consapevole. Essa consente di rispondere a esigenze concrete, come la necessità di sbloccare una situazione giuridica che impedisce il godimento di un beneficio fiscale, senza incorrere in simulazioni o atti fittizi.
Naturalmente, ogni caso va valutato singolarmente, tenendo conto del contesto familiare, degli obiettivi a lungo termine e degli effetti successivi, anche in caso di verificarsi della condizione risolutiva. È per questo che si consiglia sempre di rivolgersi a un notaio per valutare le diverse opzioni disponibili e per procedere con atti pubblici validi, sicuri e sostenibili anche sotto il profilo fiscale.
Normativa e tutela del contribuente
Il parere dell’Agenzia delle Entrate ha il merito di fare chiarezza su una questione giuridicamente complessa, ma assai rilevante nella prassi notarile. Ha confermato che la titolarità di un immobile donato con clausola di premorienza si estingue con effetto immediato, rendendo il contribuente libero di acquistare un nuovo immobile con l’agevolazione “prima casa”, a condizione che gli altri requisiti risultino ugualmente soddisfatti.
Il caso rappresenta un esempio virtuoso di come la sinergia tra diritto civile e diritto tributario possa fornire soluzioni concrete a problematiche reali. E ribadisce, ancora una volta, l’importanza di una consulenza notarile qualificata, in grado di guidare il cittadino verso scelte sicure e vantaggiose, nel pieno rispetto della legge.