- Cos’è l’impresa familiare
- Management e patrimonio dell’impresa familiare
- L’atto giuridico dal notaio: vediamo a cosa serve e com’è fatto
- L’esenzione dalle imposte e la consulenza dal notaio
L’impresa familiare non è una società ma è una realtà molto diffusa in cui l’imprenditore è aiutato dalla sua famiglia. Vediamo le caratteristiche e l’atto dichiarativo dell’impresa familiare.
Cos’è l’impresa familiare
Quando si parla di impresa familiare si fa riferimento ad una situazione di fatto in cui un imprenditore o imprenditrice viene aiutata dalla sua famiglia per lo svolgimento dell’attività di impresa. Questo aiuto non si tramuta solitamente in un rapporto di lavoro ma consiste soltanto nel dare una mano nei casi in cui ce n’è bisogno. Familiari e parenti, infatti, sono spesso mossi dalla volontà di supportare il proprio coniuge, fratello, sorella o cugino che ha avviato la sua attività. Inoltre, è bene precisare che tale lavoro collettivo della famiglia non fa sorgere una società familiare né fa acquistare la qualifica di imprenditori ai parenti che aiutano. L’imprenditore rimarrà sempre lo stesso ma si verrà a creare, di fatto, un’impresa familiare quando l’aiuto dei familiari si concretizza in un’attività di lavoro continuativa da parte loro. I requisiti perché si abbia un’impresa familiare sono:
- Il lavoro continuativo e prevalente dei familiari: ciò significa che per aversi un’impresa familiare, i parenti dell’imprenditore lo aiutano in modo costante e per lungo tempo nell’impresa e non solo una volta ogni tanto, facendone la loro attività prevalente rispetto alle altre;
- L’imprenditore riceva l’aiuto soltanto da alcune categorie di familiari e non da soggetti esterni alla famiglia stretta. Secondo la normativa italiana, si ha impresa familiare quando collaborano uno o più tra i seguenti familiari dell’imprenditore: il coniuge o il convivente di fatto, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado.
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Management e patrimonio dell’impresa familiare
Il management dell’impresa familiare dovrebbe essere esercitato in modo da bilanciare il potere gestorio che è in capo all’imprenditore e i diritti, decisionali ed operativi, che sono attribuiti dalla legge ai familiari che aiutano nell’impresa. Le decisioni riguardanti le strategie di produzione, l’impiego dei profitti e la gestione straordinaria devono essere assunte a maggioranza dei familiari che partecipano all’impresa. Invece, l’amministrazione ordinaria può essere esercitata autonomamente dall’imprenditore. Questa suddivisione delle competenze decisionali è stabilita dal Codice Civile ed è prevista proprio per tutelare i familiari che, partecipando all’attività d’impresa, corrono indirettamente il rischio d’impresa. Essi, infatti, hanno diritto, oltre a tale potere decisorio, ad avere un mantenimento dall’imprenditore in relazione alla condizione patrimoniale della famiglia e a giovare degli utili dell’impresa.
I familiari che lavorano nell’impresa familiare percepiscono quindi un reddito che, come tale, deve essere tassato. A tali fini sarà pertanto necessario mettere per iscritto chi partecipa all’impresa familiare ed in quali quote ognuno di essi ottiene il reddito che ne deriva. Tale atto prende il nome di atto dichiarativo di impresa, in cui si riconosce l’esistenza dell’impresa e se ne descrivono le caratteristiche.
L’atto giuridico dal Notaio: vediamo a cosa serve e com’è fatto
L’atto dichiarativo di impresa familiare è previsto dal Testo unico delle imposte sui redditi, anche detto TUIR. Esso serve per far sì che le tasse sul reddito prodotto dall’impresa non siano pagate soltanto dall’imprenditore. Infatti, come abbiamo visto, una parte degli utili deve andare ai familiari che hanno lavorato nell’impresa e, ne consegue, le tasse su tale parte di reddito d’impresa attribuita ad essi dovrebbero essere pagate da loro stessi e non dall’imprenditore, che invece ha trattenuto solo una parte del ricavato dell’attività.
L’atto dichiarativo quindi è molto importante e può essere fatto in qualsiasi momento, ma varrà solo a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui l’atto viene perfezionato. Tale dichiarazione essere redatta in uno dei seguenti modi: scrittura privata autenticata da un Notaio o atto pubblico notarile.
In qualsiasi modo venga fatto, esso dovrà contenere l’indicazione dei familiari che lavorano in modo continuativo e prevalente nell’impresa, specificando quale rapporto di parentela intercorre tra essi e l’imprenditore. In ogni dichiarazione dei redditi l’imprenditore dovrà indicare le quote di partecipazione agli utili spettanti ai familiari ed attestare che tali quote sono proporzionate alla qualità e quantità del lavoro che è stato prestato nell'impresa in quel periodo d’imposta; invece ciascun familiare dovrà attestare, nella propria dichiarazione dei redditi, di aver prestato la sua attività di lavoro nell'impresa in modo continuativo e prevalente. In questo modo il 49% del reddito dell’impresa familiare sarà imputato a ciascun familiare, secondo le quote di partecipazione attestate.
L’esenzione dalle imposte e la consulenza dal Notaio
L’atto dichiarativo di impresa familiare è un atto puramente ricognitivo, con cui si riconosce l’esistenza dell’impresa. Come abbiamo visto sopra, questo atto dovrebbe essere predisposto per regolarizzare la suddivisione delle imposte in capo a chi beneficia dei redditi derivanti dall’impresa. Pertanto, esso ha funzione meramente fiscale e quindi gode di un particolare regime di esenzione. In particolare, come saprà illustrare il Notaio incaricato di redigere l’atto o di autenticare le firme, che si può contattare gratuitamente anche attraverso il servizio offerto da questo sito, l’atto dichiarativo è esente dall’imposta di bollo ed è esente da registrazione in termine fisso.
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