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Ho ceduto ramo di azienda di ristorazione dal notaio

Come abbiamo aperto una società

Ho ceduto ramo di azienda di ristorazione dal notaioQualche anno fa io e mia sorella abbiamo aperto una società dal notaio per atto pubblico avente ad oggetto l'attività di ristorazione: un piccolo progetto imprenditoriale coronato dopo tanti anni di sacrifici. Da sempre appassionate di cucina casareccia, la nostra idea era quella di creare un luogo di ritrovo per amici, una trattoria con un clima familiare in cui sentirsi come a casa. Da sempre appassionate di questo settore finalmente potevamo aprire un ristorante tutto nostro e dare spazio alla nostra creatività.

Con il passare del tempo la nostra attività è cresciuta grazie all'ottimo riscontro del pubblico. Di conseguenza sono aumentati i dipendenti ed anche le spese da sostenere per la nostra crescita. Abbiamo così deciso, dopo due anni dall'apertura, di aprire un altro ristorante parzialmente diverso, più ricercato e al passo con i tempi, insomma un ramo dell'azienda altrettanto proficuo ma aperto a una clientela differente.

Come disfarci della nostra attività

Nonostante avessimo ottenuto dei discreti risultati, nel corso del tempo ci rendemmo conto che il nuovo ramo di azienda, che si occupava della ristorazione per le nuove generazioni, non rientrava più nei nostri progetti futuri. Non avevamo più intenzione di investire in quel tipo di servizio di ristorazione. Il successo avuto inizialmente con la cucina tradizionale era di gran lunga più appagante per noi: il nostro habitat naturale è sempre stato il nostro primo progetto con l’iniziale apertura della società dal notaio. Per tali ragioni cominciò a balenare l’idea di disfarci dell’attività più giovane e continuare per la nostra strada con le nostre idee inziali. Ciò nonostante non volevamo chiudere i battenti, in fondo si era dimostrato un ottimo investimento, anche proficuo, ma non era più entusiasmante e allettante per noi come all’inizio.

Cedere il ramo di azienda dal notaio: la nostra soluzione

Ci prendemmo un periodo di riflessione prima di agire e di prendere una qualsiasi decisione. Per fortuna dopo un paio di settimane è arrivata una proposta allettante da parte di una società che si occupava anch’essa di ristorazione. Una fantastica coincidenza che calzava proprio a pennello in un momento storico di grandi cambiamenti. Avremmo potuto cedere il ramo di azienda e ottenerne anche un discreto guadagno per il prezzo che ci offrì. Prima però di prendere qualsiasi tipo di decisione era necessaria un’attenta riflession

Perché è importante la consulenza dal notaio

Ci recammo così dal notaio che aveva provveduto ad aprire la nostra società per avere delle delucidazioni in merito e per comprendere cosa comportasse la possibilità di cedere un ramo di azienda ad una società estranea alla nostra attività. Non nascondo che una sottile amarezza c’era. Quando si crea un progetto imprenditoriale che comincia ad avere anche un discreto successo si è anche un po’ gelosi e cedere questo ramo aziendale dal notaio non era per noi totalmente indifferente anche dal punto di vista emotivo. Dopo un’attenta analisi dei pro e dei contro arrivammo alla conclusione che cedere il ramo di azienda per atto pubblico a questa società era proprio la soluzione per noi.

Tutela dei nostri dipendenti nella cessione del ramo di azienda dal notaio

Naturalmente lasciare un’attività aperta con tanti sacrifici implica necessariamente prendere in considerazione anche la sorte dei dipendenti e dei lavoratori. Non era nostra intenzione far perdere loro il lavoro, né abbandonarli al loro destino. Per fortuna potevano continuare ad esercitare la loro attività anche in virtù della cessione. Scoprimmo che la legge tutela il rapporto di lavoro evitando che il trasferimento comporti un peggioramento del trattamento economico e normativo. 

Cosa non potevamo fare dopo la cessione del ramo di azienda dal notaio

Per quanto riguarda la posizione di noi cedenti avevamo un limite, che era quello di non poter intraprendere, nei cinque anni successivi, una nuova attività del medesimo settore nello stesso raggio di ubicazione che potesse sviare la clientela. Non era una semplice raccomandazione, ma proprio un obbligo di legge che il notaio inserì nell’atto pubblico. Prima della consulenza notarile non eravamo a conoscenza di questo limite. Tuttavia ciò non ci spaventò minimamente in quanto eravamo sicure, ferme e decise della nostra scelta.

La sorte dei nostri contratti dopo la cessione del ramo di azienda

Per quanto riguarda tutti i contratti ancora in corso che avevamo anche con i nostri fornitori, vi sarebbe stata la successione automatica degli stessi, in particolare per quelli non ancora interamente eseguiti, inerenti alla gestione aziendale. I fornitori non avrebbero dovuto preoccuparsi, non ci sarebbe stata alcuna interruzione e non avrebbero subito alcun tipo di danno.

La sorte dei nostri debiti dopo la cessione del ramo di azienda

Per quanto riguarda i debiti relativi al ramo di azienda ceduto, anteriori alla cessione, rimanevamo responsabili in solido nei confronti dei creditori. In altre parole il peso non si spostava né verso di noi totalmente, né verso di loro. Eravamo tutti responsabili per i debiti che erano già maturati quando quel ramo di azienda era ancora nostro. Avremmo preferito sbarazzarci anche di quelli in realtà, ma fortunatamente abbiamo avuto una gestione dell’attività sempre molto equilibrata.

Quanto abbiamo pagato per la cessione del ramo di azienda

Prima di procedere con il rogito notarile avevamo chiesto un preventivo al notaio per comprendere i costi che avremmo dovuto affrontare. Quando si parla di costi si deve tenere in considerazione oltre all’onorario notarile e alla tassa archivio, anche alle spese relative ai bolli, al diritto di iscrizione al registro delle imprese e all’imposta di registro e all’aliquota che viene calcolata sul prezzo di cessione del ramo di azienda.

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