Come si fa una successione se il fratello vive all’estero
- La successione ereditaria: un passaggio inevitabile
- I diritti dell’erede residente all’estero
- Documenti richiesti e identificazione dell’erede
- Il ruolo del notaio in caso di eredi all’estero
- Conclusione: una procedura gestibile con la giusta assistenza del notaio
- La procura speciale: uno strumento utile
- La dichiarazione di successione e le imposte
- Considerazioni fiscali nel paese di residenza
La successione ereditaria: un passaggio inevitabile
La successione è uno dei momenti giuridici e fiscali più delicati che seguono la morte di una persona. Non si tratta solo di una questione di eredità patrimoniale, ma anche di una procedura burocratica necessaria per trasferire ufficialmente i beni dal defunto agli eredi. In Italia, la dichiarazione di successione deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate entro dodici mesi dal decesso.
Tuttavia, la presenza di uno o più eredi residenti all’estero può sollevare alcuni dubbi, specialmente se non si è pratici delle procedure da seguire. La domanda che spesso viene posta è: “Come si fa una successione se il fratello vive all’estero?”. La risposta è semplice: si può fare, senza troppi problemi, purché vengano seguiti alcuni accorgimenti specifici.

Contatta il Notaio Gratis
Fai un PREVENTIVO
I diritti dell’erede residente all’estero
Un fratello che vive stabilmente all’estero conserva gli stessi diritti ereditari di qualunque altro erede residente in Italia. La legge italiana non penalizza in alcun modo la distanza geografica: ciò che conta è il legame di parentela o il contenuto di un eventuale testamento.
Quindi, anche se il fratello non vive in Italia, può tranquillamente accettare l’eredità, partecipare alla divisione dei beni e ricevere ciò che gli spetta. Non è necessario che rientri fisicamente in Italia per gestire la successione, ma sarà indispensabile garantire la sua corretta identificazione giuridica e fiscale.

Documenti richiesti e identificazione dell’erede
Perché l’erede residente all’estero sia correttamente inserito nella pratica di successione, occorrono alcuni documenti fondamentali. Oltre a un documento di identità valido, è necessario fornire un certificato di residenza rilasciato dall’autorità locale straniera, possibilmente con traduzione ufficiale. Inoltre, l’erede dovrà essere munito di codice fiscale italiano. Qualora non lo possieda, potrà richiederlo all’Agenzia delle Entrate o tramite il consolato italiano competente.
La procura speciale: uno strumento utile
Una delle soluzioni più efficaci per chi non può essere presente fisicamente in Italia è il rilascio di una procura speciale. Questo documento permette a un rappresentante — che può essere un parente, un avvocato o un notaio — di agire in nome e per conto dell’erede residente all’estero.
La procura può essere redatta da un notaio nel Paese straniero o presso il consolato italiano. In entrambi i casi, il documento dovrà essere legalizzato o apostillato, a seconda delle convenzioni internazionali in vigore. Una volta in possesso della procura, il rappresentante potrà firmare la dichiarazione di successione e svolgere tutte le attività connesse, come il pagamento delle imposte, la richiesta di volture catastali e il disbrigo delle pratiche bancarie.
Il ruolo del notaio in caso di eredi all’estero
Il notaio riveste un ruolo fondamentale nella gestione delle successioni con eredi residenti all’estero. Oltre a redigere o ricevere la procura, può occuparsi direttamente della compilazione e della trasmissione della dichiarazione di successione. Questo consente di semplificare l’intero processo, garantendo che tutto avvenga nel rispetto delle normative italiane e internazionali.
La dichiarazione di successione e le imposte
La dichiarazione di successione è un atto fiscale con cui si comunica all’Agenzia delle Entrate il decesso di una persona e si indicano tutti i beni e i diritti trasmissibili agli eredi. Anche se uno degli eredi vive all’estero, la dichiarazione può essere presentata correttamente, purché contenga tutti i dati richiesti, inclusa la residenza estera e l’eventuale presenza di una procura.
Dopo la trasmissione, si procede al pagamento delle imposte ipotecarie e catastali. L’eventuale imposta di successione dipende dal valore dell’eredità e dal grado di parentela. Una volta effettuati i versamenti, si può procedere alla voltura degli immobili, allo sblocco dei conti correnti e, se necessario, alla divisione dell’eredità.
Considerazioni fiscali nel Paese di residenza
È importante ricordare che, oltre agli obblighi fiscali italiani, l’erede residente all’estero potrebbe essere tenuto a dichiarare l’eredità anche nel Paese in cui vive. Alcuni ordinamenti prevedono forme di tassazione anche su patrimoni ereditati all’estero. Per questa ragione, è consigliabile che l’erede si rivolga a un consulente fiscale del proprio Paese per verificare la normativa locale.
In alcuni casi, l’Italia ha firmato trattati contro la doppia imposizione con diversi Stati esteri, che possono ridurre o eliminare eventuali conflitti di tassazione. È comunque buona prassi affrontare questo aspetto con attenzione per evitare problematiche future.
Conclusione: una procedura gestibile con la giusta assistenza del notaio
Affrontare una successione con un fratello residente all’estero non è un ostacolo insormontabile. Anzi, con una gestione accurata della documentazione, il supporto di un notaio e, se necessario, il conferimento di una procura, l’intera procedura può svolgersi con efficienza e serenità.
Lo studio notarile rappresenta il punto di riferimento ideale per chi deve affrontare pratiche successorie internazionali. Grazie all’esperienza e alla conoscenza delle normative italiane ed estere, il notaio può guidare ogni fase, dalla redazione della procura alla presentazione della dichiarazione di successione, fino alla completa definizione della pratica.