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Come ho acquistato casa dal Notaio con la mia compagna convivente

Ho deciso di acquistare casa con la mia compagna

Come ho acquistato casa dal Notaio con la mia compagna conviventeSono un libero professionista e vivo da 10 anni con la mia compagna. Abbiamo per anni vissuto in un appartamento preso in affitto, anche per stabilire poi con il tempo una convivenza stabile. L’idea di acquistare la casa non è stata, dunque, immediata ma è stata maturata con il tempo. Siamo stati entrambi sempre piuttosto contrari al matrimonio, per cui dopo avere iniziato a pensare ad una casa da acquistare ci siamo subito mossi per farlo come conviventi.  Io sono libero professionista e la mia compagna è una imprenditrice, gestendo una libreria.

Giungiamo alla decisione di acquistare una casa che divenisse di proprietà di entrambi, ma dando atto in qualche modo del nostro rapporto di convivenza. Non volevamo, dunque, acquistarla come semplici coinquilini, per questo ci rechiamo entrambi da un Notaio per spiegare la situazione e capire come procedere, dopo aver cercato una casa tramite agenzia immobiliare.

Il colloquio dal Notaio

Prima di prendere appuntamento anche con il venditore, dopo aver trovato la casa che facesse al caso nostro, decidiamo di recarci a colloquio dal Notaio solo io e la mia compagna, per chiedere informazioni in ordine alla nostra situazione. Ciò soprattutto dal punto di vista fiscale ed economico. Non sapevamo bene come gestire la situazione relativa all’acquisto, non essendo noi coniugati ma solo conviventi.

Ci interessava in particolare l’aspetto della spesa fiscale, oltre che della situazione contributiva che si sarebbe venuta a creare successivamente al rogito. Il Notaio ci chiede in primo luogo se la nostra convivenza sia registrata o meno. Rispondiamo di no, anche perché non ne abbiamo mai sentito la necessità per qualche motivo particolare. Decidiamo di chiedere spiegazioni direttamente al Notaio per capire se una tale decisione potesse fare al caso nostro.

Perché il Notaio ci consiglia di registrare la convivenza?

Il Notaio ci spiega che oggi la convivenza può ricevere un riconoscimento mediante un atto di registrazione presso l’Ufficio dell’Anagrafe comunale. Possiamo procedere attraverso due strade: da una parte è possibile richiedere una registrazione al Comune per attestare il nostro rapporto di convivenza e potere essere riconosciuti anche fiscalmente, ad esempio stipulando un contratto di comodato e risultando nella medesima casa. Alternativamente a questo, possiamo stipulare dal Notaio un vero e proprio contratto di convivenza, del quale non avevamo mai sentito parlare. In questo contratto, è possibile regolare i reciproci diritti e doveri.

Possibilità di prevedere la comunione legale anche per noi conviventi

Il Notaio ci spiega come in questo contratto di convivenza ci sia anche la possibilità di scegliere la comunione legale. Questo potrebbe consentirci di acquistare una casa, anche singolarmente, e far sì che sia acquisita in proprietà da entrambi, proprio come accade tra coniugi.  Se ad esempio acquistassi solo io la casa, anche senza la presenza della mia compagna, la proprietà sarebbe attribuita ad entrambi. Chiediamo, quindi, al Notaio come comportarci nel nostro caso, in relazione al fatto che non abbiamo stipulato nessun contratto di convivenza, avendo piuttosto una semplice convivenza di fatto.

La scelta sarebbe spettata a noi, anche in relazione all’impronta che avremmo voluto dare a questa convivenza, anche dal punto di vista fiscale. Non avevamo intenzione di aggiungere altre spese alla già ingente spesa dell’acquisto della casa, per cui chiediamo al Notaio se fosse possibile procedere senza fare questo ulteriore passaggio, ovvero senza registrare né stipulare alcun contratto di convivenza.

Acquistiamo senza alcun contratto di convivenza

Decidiamo di non stipulare alcun contratto di convivenza. Ciò sia perché intendiamo procedere celermente all’acquisto della casa, sia perché intendiamo evitare ulteriori spese. Il Notaio ci spiega che in ogni caso nessuno ci obbliga a registrare la nostra convivenza, si tratterebbe solo di una tutela in più. Entrambi possiamo, tuttavia, acquistare una casa divenendone titolari, proprio come due coniugi in separazione dei beni. Propendiamo per questa soluzione e quindi acquistiamo ciascuna una quota pari alla metà della casa.

Entrambi, dunque, ci rechiamo dal Notaio al rogito e firmiamo come acquirenti, divenendo così comproprietari al 50% della casa. È proprio ciò che accade quando due coniugi acquistano insieme ma sono coniugati in separazione dei beni. Per quanto concerne il prezzo, paghiamo entrambi con i nostri risparmi la casa, senza fare ricorso a un mutuo, confermando ulteriormente anche in questo modo l’acquisto a favore sia mio che della mia compagna. 

Cosa prevediamo per il caso in cui la convivenza cessi?

Tra le varie questioni che ci siamo posti per la stipula di questo rogito, vi è quella riguardante le clausole da prevedere per l’ipotesi in cui la convivenza cessi. Purtroppo è una ipotesi da considerare, trattandosi di un investimento molto importante, sia dal punto di vista economico che personale. Da un punto di vista di tutela economica, acquistando entrambi la casa, manteniamo un tutela anche sulla metà del suo valore economico.

Qualora la convivenza cessi e si stabilisca che uno dei due continui a vivere nella casa, l’altra parte ha ugualmente un diritto sull’altra metà. Inoltre, decidiamo su consiglio del Notaio di inserire nell’atto una parte relativa al diritto di abitazione: qualora la convivenza cessi, stabiliamo di comune accordo che continui a vivere in quella casa solo la mia compagna, mantenendo io tuttavia la proprietà dell’immobile con tutto ciò che ne consegue in termini di ritorno economico.

Quali agevolazioni abbiamo ottenuto per questo acquisto?

Abbiamo chiesto al Notaio se ci potessero essere delle agevolazioni fiscali anche nel caso di acquisto congiunto da parte mia e della mia compagna. Riusciamo, quindi, ad accedere alle agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa, in quanto sia io che la mia compagna non abbiamo già altre case di nostra proprietà e si tratta, appunto, del primo acquisto. Non fa differenza se a richiederlo siamo noi conviventi, riusciamo quindi a pagare l’imposta di registro al 2% piuttosto che al 9% del valore catastale, con un importante risparmio di spesa.

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