Il testamento olografo è andato distrutto
- Il lascito testamentario
- Il testamento olografo di mio zio
- Distruzione del testamento
- Il colloquio con il notaio
- Pubblicazione del testamento
- Il rogito notarile
Il lascito testamentario
Sono un ragazzo di 27 anni di Roma, ho da due anni conseguito la laurea in ingegneria meccanica e ho da poco concluso un contratto di lavoro con una importante società di auto motive a Bologna. Mi sono trasferito in Emilia Romagna da circa due mesi ed in questo periodo ho potuto contare sulla disponibilità di un caro amico che mi ha ospitato a casa sua. In questi mesi ho cercato casa nei dintorni della sede della società, e finalmente ho trovato la casa dei miei sogni poco fuori dal centro e vorrei acquistarla.
Il costo è di 230.000 euro, ma avendo iniziato da poco a lavorare non posso contare su una grossa disponibilità economica, per questo ho pensato di rivolgermi ad un notaio facendogli presente di essere beneficiario dell’eredità di mio zio. Infatti, ho ricevuto per testamento olografo da mio zio una casa in Roma che vorrei vendere per poter acquistare la casa a Bologna.
Il testamento olografo di mio zio
Mio zio aveva redatto un testamento olografo in cui mi attribuiva la piena proprietà della casa in Roma dal valore di circa 230.000 euro. Volevo molto bene a mio zio e gli ero particolarmente affezionato, e sono stato felice quando mi ha informato di avermi inserito nel suo testamento che aveva scritto nel 2020, non aveva figli ed io l’ho sempre considerato come un secondo padre.
Poco prima di morire mio zio mi aveva fatto recapitare una lettera in cui esprimeva la sua preoccupazione circa l’affidabilità che aveva il suo testamento olografo rispetto al testamento pubblico redatto dinanzi ad un notaio. Per questo motivo mi aveva palesato la sua intenzione di scrivere un nuovo testamento dal contenuto identico a quello già scritto di suo pugno ma in forma pubblica, quindi recandosi dal notaio, ribadendo nella lettera l’intenzione di lasciarmi la casa in Roma.
Distruzione del testamento
Mio zio prima di recarsi dal notaio per la stipula del testamento pubblico aveva provveduto a distruggere il testamento olografo, proprio perché una volta redatto l’atto dinanzi al notaio il testamento che aveva scritto di suo pugno avrebbe avuto per lui la valenza di una copia senza alcun valore legale.
Tuttavia mio zio non si è mai recato dal notaio in quanto è, purtroppo, venuto a mancare poco prima dell’appuntamento per la redazione del testamento pubblico. Non sapendo se la casa in Roma sia o meno di mia proprietà essendo intervenuta la distruzione dell’unico testamento (olografo) ho chiesto una consulenza al notaio.
Il colloquio con il notaio
Ho preso appuntamento presso lo studio del notaio per una consulenza. Il giorno del colloquio gli ho palesato tutti i miei dubbi circa la possibilità di ritenermi proprietario della casa in Roma, alla luce della distruzione del testamento operata dal suo stesso autore, cioè mio zio. Il notaio mi ha subito spiegato che conseguenze ha la distruzione del testamento olografo.
In primo luogo c’è una norma del codice civile che stabilisce che la distruzione del testamento olografo da parte del suo stesso autore determina la revoca del testamento. Tuttavia la stessa norma fa salva la prova che il testatore, che ha distrutto il suo stesso testamento, non avesse realmente intenzione di revocarlo. Quindi, mi è subito venuto in mente della lettera inviatami da mio zio dove emergeva la volontà di lasciarmi la casa in Roma.
In questo caso non solo emergeva la volontà di mio zio di lasciarmi la casa in Roma, ma, a parere del notaio, palesava la non revocabilità di quella volontà del testatore a seguito della distruzione del testamento.
Quindi non trova applicazione la disciplina in materia di revoca del testamento olografo, fungendo la lascito testamentario valido la lettera scritta di pugno da mio zio e da lui datata e munita della sua firma.
Pubblicazione del testamento
Il notaio mi ha, quindi, suggerito di procedere alla pubblicazione del testamento olografo in questo caso rappresentato dalla lettera inviatami da mio zio ed avente tutti i requisiti richiesti per essere considerato un valido testamento olografo e cioè l’autografia, la data e la firma di mio zio.
Mi ha chiesto di procurargli l’estratto di morte di mio zio, che ho richiesto al Comune di Roma dove risiedeva mio zio, oltre ai suoi ed ai miei documenti di identità.
Il notaio ha quindi redatto il verbale di pubblicazione del testamento olografo di mio zio ed erano presenti anche due testimoni, come richiesto dalla legge. All’interno del verbale ha indicato il contenuto della lettera, nonché lo stato in cui si trovava la medesima quando gliel’ho consegnata.
Il notaio ha provveduto ad allegare al verbale sia l’estratto di morte di mio zio che la lettera.
Ho dovuto corrispondere in quanto unico erede sia l’imposta di bollo che l’imposta di registro, poi il notaio ha provveduto alla trasmissione alla cancelleria del Tribunale di Roma la copia autentica del verbale di pubblicazione del testamento.
Una volta intervenuta l’iscrizione del testamento olografo nel registro delle successione presso la cancelleria del Tribunale di Roma si è avuta pubblicità del suo contenuto e sono finalmente divenuto titolare della casa in Roma
Il rogito notarile
Alla luce dei consigli fornitimi dal notaio, e dopo la pubblicazione del testamento olografo di mio zio, nonché d tutti gli adempimenti di legge successivi, ho proceduto con la vendita della casa in Roma al prezzo di 225.000 euro presso lo stesso notaio.
Infatti, dopo aver trovato un acquirente interessato alla casa in Roma ho procurato al notaio tutti i documenti necessari per il rogito e cioè i documenti di identità miei e dell’acquirente, la piantina della casa, l’attestato di prestazione energetica, la dichiarazione di successione, la documentazione urbanistica e l’atto con cui mio zio aveva acquistato la casa.
Adesso ho preso appuntamento per la stipula dell’atto di compravendita della casa di Bologna, sono certo che mio zio sarà felice che utilizzerò la sua eredità per trasferirmi in pianta stabile a Bologna per potermi concentrare sul lavoro che sin da piccolo sognavo di fare: l’ingegnere meccanico in una grande società.
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