Come lasciare una rendita per testamento

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Che cos’è una rendita?

La rendita consiste nel pagamento di una somma di denaro che periodicamente viene somministrata da un soggetto ad un altro, come nel caso di una persona che paga ogni mese una somma di denaro in favore di un’altra, perché è obbligato nei suoi confronti, l’esempio classico è quello del padre che paga una somma al figlio alla fine ogni mese, ma la rendita può avere ad oggetto anche altri beni, infatti, più correttamente, viene definita come una prestazione periodica che può riguardare sia una somma di denaro che una quantità di cose determinate interscambiabili tra loro.

C’è da aggiungere che non esiste un solo tipo di rendita, distinguendosi tra rendita vitalizia e rendita perpetua a seconda della durata dell’obbligo a cui si è tenuti, ma in cosa si distinguono? Vediamolo insieme.

La rendita vitalizia nel testamento

Quando un soggetto è tenuto a pagare l’altro per tutta la vita e, più precisamente, quando l’obbligo di corrispondere la prestazione periodica è commisurato alla vita di un soggetto, sia esso il beneficiario della rendita o un terzo determinato, la rendita si definisce vitalizia.

Tendenzialmente tale rendita assicura al beneficiario una fonte di guadagno garantita per tutta la sua vita o per tutta la vita di un terzo, e, proprio perché non è possibile sapere quanto viva il soggetto alla cui vita è commisurato il pagamento periodico, che la rendita vitalizia si contraddistingue per l’incertezza della sua durata, non potendosi sapere quando finirà il diritto ad ottenere tale pagamento.

La rendita perpetua nel testamento

Diversamente dal caso appena analizzato, se a favore di un soggetto viene riconosciuto il diritto a pretendere da un altro la corresponsione di una somma di denaro in perpetuo, senza commisurarlo alla vita di nessuno, la rendita è perpetua, quindi non ha una durata determinata, in quanto la prestazione non ha mai fine.

In linea generale esistono due tipi di rendita perpetua: quella semplice, che si configura quando si costituisce la rendita mediante la cessione di un capitale, e quella rendita fondiaria, quando è costituita mediante l’alienazione di un immobile.

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Come lasciare una rendita per testamento

Di solito se una persona vuole lasciare che dopo la sua morte un soggetto a lui caro benefici di una prestazione di denaro mensile, e quindi di una rendita testamentaria, può farlo prevedendo all’interno del proprio testamento l’obbligo di corrispondere una somma determinata in favore del suddetto beneficiario a carico di un altro soggetto.

Si tratta di un legato che più precisamente viene definito legato obbligatorio, dal quale sorge un’obbligazione testamentaria di durata e ad esecuzione periodica a carico dell’onerato e a favore del legatario e nel caso di legato di rendita vitalizia, la cui previsione è contenuta nell’articolo 1872 comma 2 del Codice Civile , la durata della prestazione è la vita, che può riferirsi sia alla vita del beneficiario del lascito sia alla vita di un terzo, che deve essere espressamente individuato per testamento; nel caso di legato di rendita perpetua la prestazione dovrà essere attribuita per sempre. C’è da aggiungere che diversamente dalla rendita vitalizia, per cui il Codice Civile stabilisce la costituzione per testamento, non esiste una norma dal medesimo contenuto per la rendita perpetua, ma è opinione diffusa che ciò sia possibile.

Il testatore potrà poi scegliere di inserire tale legato tanto all’interno del proprio testamento pubblico, da redigersi dinanzi al notaio e alla presenza di due testimoni, quanto nel suo testamento olografo, da lui stesso scritto, datato e firmato e poi depositato presso lo studio notarile, nonché in un testamento segreto.

Come lasciare una rendita per testamento

Contenuto del legato di rendita

Il testatore, inserendo nel proprio testamento un legato di rendita, deve prevedere una serie di elementi che sono necessari e cioè a favore di chi prevedere la prestazione e a chi attribuire l’obbligo di pagare la rendita, quindi rispettivamente chi sarà il beneficiario e chi l’onerato del lascito, inoltre bisognerà stabilire la durata della prestazione, l’importo, la modalità con cui deve avvenire il pagamento ed il momento iniziale da cui dovrà partire la corresponsione della somma, nonché se la corresponsione della somma di denaro deve avvenire ogni mese o a mesi alterni e la somma annua minima che deve essere corrisposta.

Il momento in cui si acquista il diritto a ricevere la rendita

Il testatore quando decide di lasciare una rendita per il periodo successivo alla sua morte può decidere da che momento dovrà avvenire il pagamento della somma di denaro, può, ad esempio, stabilire che ciò avvenga dopo un anno dalla sua morte o dopo cinque, ma anche dopo un mese, di solito, però, la rendita viene corrisposta dal momento in cui avviene la morte del testatore, infatti, se il testatore non prevede un termine iniziale diverso, il beneficiario della rendita acquista il diritto a vedersi corrisposta la somma dal momento il cui si apre la successione.

Cosa accade se la rendita non viene pagata?

Quando si prevede l’attribuzione di una rendita per testamento non è detto che chi ne è obbligato adempia a tale obbligo, per questo motivo, per far sì che la somma venga corrisposta al beneficiario, il testatore può prevedere, all’interno del testamento, una penale a carico di chi è obbligato a pagare la rendita, stabilendo che nel caso in cui non paghi, o l’onerato dovrà corrispondere un’ulteriore somma per ogni giorno di ritardo, o, ancora peggio, se colui che obbligato è anche lui beneficiario di altri lasciti del testamento, può arrivare a stabilire che se non paga la rendita perde il lascito in suo favore.

Differenza tra il legato di rendita ed il legato di alimenti

Il legato di rendita non va confuso con il legato di alimenti, infatti mentre nel primo caso non c’è alcuno stato di bisogno a cui far riferimento perché nasca l’obbligo di pagare, per gli alimenti esso rappresenta l’elemento essenziale. Un’altra distinzione è data dall’importo dei due legati perché se da un lato l’obbligo di prestare gli alimenti è un debito che ha un importo variabile, la rendita ha un importo fisso nel tempo, infatti, mentre l’obbligo degli alimenti è un debito di valore, l’obbligo di corrispondere la rendita è un debito di valuta, e quindi non può essere sottoposto a rivalutazione o a variazioni nel tempo.

In ultimo, c’è da dire che il diritto agli alimenti è un diritto intermittente, in quanto dipendendo dalla sussistenza dello stato di bisogno, può essere sospeso fino a quando non si ripresenterà la necessità da parte dell’alimentando, cosa che invece non accade per la rendita che deve essere sempre pagata da chi ne è obbligato.

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Editore: Redazione Notaio Facile. Articolo pubblicato dall'editore e scritto personalmente da esperti in ambito notarile. Coperto da copyright ©
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