Prezzo da dichiarare nella vendita dal notaio
- Come viene pagato il prezzo dal notaio
- Mezzi di pagamento da dichiarare per il prezzo
- Dichiarare prezzo inferiore: sanzioni
- Preventivo notarile online gratis
Come viene pagato il prezzo dal notaio
Uno dei principali obblighi di colui che compra casa è il pagamento del prezzo.
In passato non era previsto l’obbligo di dichiarare le modalità con cui veniva corrisposto il prezzo e pertanto vi era una maggiore libertà, in quanto nell’atto pubblico notarile poteva essere semplicemente dichiarato che il prezzo era stato corrisposto in un momento antecedente al rogito notarile, senza precisare in che modo.
Che cosa vuol dire questo? Significa che non era necessario precisare come era stato pagato il prezzo o meglio i mezzi di pagamento utilizzati dal compratore. Vediamo invece cosa è necessario sapere oggi sulla dichiarazione del prezzo.
Dichiarare prezzo troppo basso
Dichiarare un prezzo troppo basso nell’atto di compravendita potrebbe determinare un problema nel caso in cui il Fisco effettui un accertamento. Spesso vengono anche mascherate delle donazioni, stipulando delle vendite simulate, soprattutto in ambito familiare.
Il rischio di dichiarare un prezzo troppo basso quindi potrebbe insospettire il Fisco che, in virtù di alcuni controlli, potrebbe applicare delle sanzioni: è pertanto sempre prudente accordarsi con il venditore, ma al tempo stesso non dichiarare il falso per evitare il pagamento di imposte più ingenti.
Naturalmente la dichiarazione di un prezzo più alto è poco diffusa proprio perché implicherebbe il pagamento di più tasse; tuttavia non è escluso che le parti possano convenire liberamente il prezzo per altre ragioni note alle stesse.
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Mezzi di pagamento da dichiarare per il prezzo
Quando il notaio menziona nell’atto pubblico notarile di vendita il prezzo stabilito dal venditore e dal compratore, occorre indicare anche i mezzi effettivi di pagamento utilizzati. Quando si parla di mezzi di pagamento si intendono l’assegno circolare e bancario, il bonifico o i contanti. Analizziamoli nel dettaglio.
Assegno circolare da dichiarare nel prezzo
L’assegno circolare è molto utilizzato nella prassi notarile e viene emesso dalla Banca autorizzata a differenza dell’assegno bancario che viene emesso da un privato o da un’azienda. È un mezzo di pagamento più sicuro che viene dichiarato nel rogito notarile proprio perché la Banca che lo emette è a conoscenza della disponibilità della somma presente sul conto corrente. L’intestatario della somma, ossia il venditore in questo caso, potrà essere sicuro di incassare la somma che viene dichiarata nell’atto dal notaio.
Assegno bancario da dichiarare nel prezzo
L’assegno bancario è un mezzo di pagamento meno utilizzato rispetto all’assegno circolare, quando si deve dichiarare il prezzo, presentando dei rischi, in quanto non vi è la certezza che il conto corrente del compratore sia “coperto”, ossia vi sia realmente la somma di denaro menzionata proprio nell’atto pubblico notarile di vendita.
I rischi legati all’assegno bancario esulano dalla dichiarazione veritiera del prezzo pagato, proprio perché compito del notaio è quello solo di verificare che esistano dei mezzi di pagamento e non che il conto corrente del compratore sia realmente capiente e tale da poter soddisfare il credito vantato da parte del venditore.
Bonifico bancario da dichiarare nel prezzo
Il bonifico bancario consiste in un ulteriore mezzo di pagamento utilizzato ai fini della corresponsione del prezzo dal compratore al venditore.
Questo può essere effettuato non solo presso l’Istituto di credito, ossia la Banca, con addebito sul conto corrente del compratore e accredito sul conto corrente del venditore, ma anche mediante app che facilitano il trasferimento di denaro. Il bonifico può essere anche istantaneo e ciò vuol dire che il venditore può essere soddisfatto immediatamente senza dover aspettare l’accredito della somma di denaro, in virtù dei tempi dettati dagli istituti di credito.
Contanti dichiarati nel prezzo
L’utilizzo dei contanti negli affari immobiliari ha subito negli anni una battuta d’arresto proprio per evitare che vi fossero delle attività illecite o criminose da mascherare. Spesso i contanti venivano utilizzati proprio negli investimenti immobiliare al fine di rimettere in circolazione del denaro che era stato “guadagnato” con delle modalità contrarie alla legge.
Per mettere freno a tali fenomeni, il legislatore ha sentito la necessità di bloccare questo sistema di circolazione del contante e di imporre un limite nell’utilizzo nelle transazioni immobiliari. Quindi il denaro contante dichiarato in atto deve sempre attenersi a dei limiti ben definiti dalla legge che, però, nel corso degli anni possono subire delle variazioni anche per scelte di carattere politico.
Pertanto in questi casi, stante la continua evoluzione normativa, è opportuno rivolgersi a un notaio per aver chiaro il quadro dei mezzi di pagamento utilizzabili e i relativi limiti nell’ambito dell’atto pubblico da stipulare.
Dichiarare prezzo inferiore: sanzioni
Il problema è che se il prezzo della vendita pattuito dalle parti, ossia dal venditore e dal compratore, o anche soltanto parte di esso viene pagato, ma non viene dichiarato nell’atto pubblico notarile, si incorre in delle sanzioni.
Esistono infatti delle sanzioni amministrative pecuniarie, ossia da corrispondere in denaro da dover sostenere. Tale problematica si pone anche nel caso in cui si supera il limite imposto dalla legge per l’utilizzo di assegni trasferibili o se il pagamento in contanti supera il tetto massimo in virtù dei pagamenti frazionati.
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